
Forme di pecorino romano
La Sardegna potrebbe diventare il punto di riferimento per la definizione del prezzo del Pecorino Romano Dop, un comparto di fondamentale importanza per l’economia regionale. La proposta arriva da Agrinsieme Sardegna, che sollecita l’istituzione di un comitato prezzi permanente sull’isola, così da monitorare in modo più equo e rappresentativo le quotazioni del formaggio. Attualmente, infatti, i prezzi vengono stabiliti unicamente dalla Camera di Commercio di Milano, con il rischio di un’influenza eccessiva da parte di pochi attori del mercato.
Secondo Agrinsieme, la situazione attuale non offre garanzie di terzietà nella determinazione del valore del Pecorino Romano Dop, considerando che le quotazioni mercuriali si basano su informazioni fornite da un unico produttore-operatore commerciale. La richiesta è quindi quella di un maggiore coinvolgimento delle istituzioni sarde, a partire dalle Camere di Commercio regionali e dalla Regione Autonoma della Sardegna, con la creazione di un fondo finanziario triennale che possa sostenere il progetto.
Un ulteriore problema segnalato da Agrinsieme riguarda l’apparente stagnazione dei prezzi di mercato del Pecorino Romano Dop, che secondo i produttori non riflette il reale valore del prodotto, tenuto conto delle richieste e delle giacenze. Questo scenario potrebbe generare effetti speculativi e alterare la corretta dinamica commerciale, con ripercussioni su tutta la filiera produttiva.
Un dato chiave evidenziato nel documento di Agrinsieme è che il 95% della produzione di Pecorino Romano Dop avviene in Sardegna, all’interno di 34 aziende di trasformazione su un totale di 39 caseifici distribuiti nell’areale di produzione, che comprende anche Lazio e la provincia di Grosseto. Per questo motivo, l’isola rappresenta il luogo più idoneo per ospitare il comitato prezzi, garantendo così maggiore trasparenza e un prezzo realmente rappresentativo del mercato.
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