Una legge che ascolta il desiderio: il «Progetto di Vita» per le persone con disabilità Suor Donatello (Cei): «È bello pensare che la normativa riconosca la centralità della persona»

Il Papa, suor Donatello e una persona con disabilità (foto Vatican News)

Il nuovo decreto legislativo n. 62/2024 introduce un importante cambiamento per le persone con disabilità: il Progetto di Vita. Non si tratta solo di un insieme di misure assistenziali, ma di un approccio che riconosce il desiderio e l’autodeterminazione come elementi chiave.

Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei, ha sottolineato questo aspetto durante un incontro di approfondimento a Roma. «Credo che sia bello esserci messi in ascolto. Questo è un primo passo», ha dichiarato. Secondo la religiosa, la Chiesa ha sempre avuto un ruolo profetico nella difesa della dignità delle persone con disabilità, ma oggi è necessaria una nuova prospettiva, più orientata al coinvolgimento diretto delle persone interessate.

Il decreto si distingue per la sua attenzione al desiderio individuale: non è solo una normativa tecnica, ma un riconoscimento concreto del diritto alla partecipazione e alla progettazione del proprio futuro. «Nessuno può parlare di progetto di vita da solo», ha aggiunto suor Donatello, sottolineando l’importanza di costruire reti di supporto tra famiglie, istituzioni e comunità.

Un aspetto particolarmente rilevante è l’inclusione delle persone con disabilità acquisite, spesso affrontate con difficoltà sia dalle famiglie che dalle strutture sociali. Il Progetto di Vita impone un cambio di paradigma, spingendo a un accompagnamento attivo e a un lavoro condiviso per garantire reali opportunità di crescita e autonomia.

In un mondo che tende spesso a marginalizzare, questa legge rappresenta un passo significativo verso un approccio più umano e partecipativo, dove le persone con disabilità non sono solo destinatarie di interventi, ma protagoniste del loro cammino.

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