il Messaggio

Baturi. «Senza indugio»: la speranza del Risorto illumina il cammino Nel cuore dell’Anno Santo, il messaggio pasquale dell’arcivescovo Baturi invita a riscoprire la gioia dell’incontro con Cristo vivo, come i discepoli di Emmaus: una speranza fondata, per guardare la vita con occhi nuovi.

Monsignor Baturi durante la benedizione degli oli durante la messa crismale in Cattedrale (foto Carla Picciau)

Nel cuore dell’Anno Santo dedicato alla speranza, il messaggio pasquale di monsignor Giuseppe Baturi si fa guida luminosa per le comunità diocesana: un invito a rileggere con occhi nuovi la propria vita, riscoprendo la forza dell’incontro con il Risorto.

Durante la Messa del giorno di Pasqua, riecheggerà il celebre racconto dei discepoli di Emmaus, una pagina del Vangelo secondo Luca che – come sottolinea l’arcivescovo – «ci aiuta a comprendere la dinamica della speranza, che caratterizza questo Anno Santo, nel quale la Pasqua è davvero un brillante, una perla preziosa da saper guardare e accogliere».

A Emmaus, ci siamo stati tutti, almeno una volta. «Tutti noi conosciamo ‘Emmaus’, perché tutti, almeno una volta, siamo stati un po’ scoraggiati». L’esperienza della delusione, dello smarrimento, della speranza che sembra svanire è parte della vita. Ma proprio lì, nella fragilità, si apre la possibilità dell’incontro.

«Ciò che è decisivo in quella storia – che è anche la storia della nostra vita e della speranza cristiana – non è l’annuncio verbale della risurrezione del Signore» – spiega monsignor Baturi. I discepoli avevano udito l’annuncio, ma non avevano creduto. Solo l’incontro cambia davvero tutto: «l’incontro con un viandante misterioso che si avvicina, si accompagna a loro, li interroga e spiega».

E Gesù spiega: «spiega la vita, spiega le Scritture, le promesse di Dio e anche la necessità della sofferenza”. In questo cammino condiviso, i discepoli si aprono a uno sguardo nuovo, capace di leggere la propria storia alla luce della speranza. “Gesù si manifesta sempre capace di cambiare lo sguardo sulla vita, servono occhi nuovi».

Nel gesto semplice della condivisione – «Resta con noi, perché ormai si fa sera» – si compie il riconoscimento. È l’esperienza viva di una Presenza che non abbandona, nemmeno nei momenti più bui: «Nelle vicende belle e tristi della vita, in questo mondo scomposto, segnato dalla guerra, dal dolore a Gaza, in Ucraina, come nel Sud Sudan, ‘resta con noi’ è il grido di chi chiede compagnia».

«Quei due discepoli erano soli e non sono più soli. Così come noi, nella grande compagnia di Dio, che in Gesù Cristo si fa sempre vicino».

Nel gesto conviviale, Gesù si lascia riconoscere. Gli occhi si aprono e il cuore, che già ardeva, esplode in gioia. «Senza indugio, tornano a Gerusalemme» – e questo senza indugio diventa anche l’invito rivolto a noi, oggi.

«Cari amici, cari fratelli e sorelle, senza indugio torniamo anche noi alla nostra vita solita, ma certi che Qualcosa di grande è accaduto, è riaccaduto lungo la strada della nostra vita».

Infine, un’esortazione colma di fiducia: «Riprendiamo coraggio, riprendiamo forza, riprendiamo vigore, in un tempo in cui l’umanità appare sfinita. Chiediamo occhi buoni, energia, vigore e semplicità di cuore, per andare – senza indugio – incontro ai nostri fratelli, portando il più grande degli annunci: Dio è con noi, Cristo vive, la nostra speranza è ben fondata».

Buona Pasqua!