Sempre meno campi e più case per le comunità rom e sinte in Italia. La buona notizia arriva dall’Associazione 21 luglio secondo la quale dal 2010 a oggi le persone fuoriuscite da questi insediamenti sono 30mila. In tutto sono ancora 105 i campi attivi (rispetto ai circa 250 di 15 anni fa), di cui cinque in Sardegna. L’occasione per fare il punto sull’inclusione di queste persone a Roma e nel resto del Paese è stata la presentazione, nei giorni scorsi, del libro “Una seconda vita. Il superamento dei campi rom a Roma. Storie di vita”, con le testimonianze di chi è riuscito a iniziare una nuova vita nelle abitazioni.
«Negli ultimi anni – spiega Carlo Stasolla presidente dell’Associazione 21 Luglio – si sta sempre più rafforzando il processo virtuoso di superamento dei campi. Noi proponiamo e portiamo avanti un modello partecipativo in dialogo con le amministrazioni comunali coinvolte». Un processo che richiede «un grande impegno non solo all’esterno, cercando di scardinare i pregiudizi e di sfatare il falso mito che i rom vogliono vivere nei campi, ma anche all’interno della stessa comunità rom, per aiutarla a superare l’assuefazione all’istituzione del campo, accompagnandola verso una vita normale, nelle case, di cui loro stessi sentono forte il desiderio».
In Sardegna attualmente sono cinque i campi attivi, in cui vivono circa 320 persone, «numeri esigui che richiederebbero poco per superare questi insediamenti in modo definitivo, così come è stato fatto a Cagliari, anche grazie al coinvolgimento della Caritas: un processo che ha comportato criticità ma di cui oggi si vedono i risultati, perché le persone vivono nelle case».
Un impegno portato avanti dall’Associazione da tanti anni su questi temi, tanto che il presidente Stasolla è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica, onorificenza che sarà consegnata il prossimo 26 febbraio al Quirinale. Tra i prossimi appuntamenti, il 9 aprile (nel contesto della Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti che si celebra il giorno prima) la presentazione del Rapporto annuale redatto dalla stessa Associazione, e a metà maggio un convegno internazionale durante il quale sarà presentata la strategia italiana per l’inclusione dei rom, comparandola con quella di altri paesi.
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