Si colloca nel periodo di Carnevale, ma la Sartiglia di Oristano è ben più di una festa: è una tradizione secolare che affonda le radici nei tornei equestri medievali, tra storia, coraggio e riti propiziatori.
Le origini della Sartiglia e il legame con la storia
Il Carnevale in Sardegna si distingue per il suo legame con l’antico e il nobile, unendo festa e prove di coraggio. La Sartiglia di Oristano è l’ultima grande corsa all’anello dell’antica Europa e ha una sola manifestazione simile nella Sortilla, che si svolge durante la Fiesta de San Juan a Ciutadella de Menorca, nelle Baleari.
Il nome stesso, Sartiglia, evoca la “sorte”: un intreccio di speranza e timore che prende vita nella suggestiva cornice di Sa Seu de Santa Maria, la piazza del Duomo di Oristano. Questa giostra equestre affonda le sue radici nel periodo giudicale e ha assunto la forma attuale sotto il dominio aragonese. Quando la Sartiglia ha inizio, il tempo sembra tornare indietro, riportando Oristano agli antichi fasti del Giudicato di Arborea, ai tempi di Mariano ed Eleonora d’Arborea e della loro corte.
I Gremi e il ruolo de su Componidori
La Sartiglia è tramandata con fedeltà dai Gremi, le antiche corporazioni dei mestieri, che la dedicano ai loro santi patroni: San Giovanni per i contadini e San Giuseppe per i falegnami. A guidare la corsa è su Componidori, cavaliere scelto dai presidenti dei Gremi: s’Oberaiu majori per i contadini e el Majoral en cabo per i falegnami.
Il rito della vestizione e il simbolismo della benedizione
Su Componidori è una figura enigmatica, ieratica e androgina, trasformata da un suggestivo rito di Vestizione, curato dalle Massaieddas, vere e proprie vestali della cerimonia. Questa trasformazione lo eleva a una figura quasi divina, rendendolo per un giorno il custode del destino della città. Non può toccare terra né rimuovere la maschera e benedice la folla con Sa Pippia ‘e maju, un mazzo di pervinche, mammole e viole, simbolo dell’arrivo della primavera.
La corsa alla stella e il significato propiziatorio
Il momento più atteso della Sartiglia è la corsa alla stella, quando su Componidori, armato di spada, incrocia lo sguardo con il suo segundu per tre volte, in onore della Trinità. Sotto un nastro verde sospeso tra la Cattedrale di Oristano e un palazzo, dovrà tentare di infilzare la stella con la spada e successivamente con Su Stoccu, una lunga lancia di legno.
Più stelle verranno colte, più si prospetta un anno fertile e prospero. È chiaro il legame con i riti propiziatori ancestrali delle civiltà mediterranee, in cui la fertilità della terra e il coraggio degli uomini erano legati a gesti simbolici.
Il gesto estremo de Sa Remada
La prova più spettacolare è Sa Remada, il momento eroico della Sartiglia. Su Componidori, completamente disteso sul cavallo e con gli occhi rivolti al cielo, affronta il pericoloso percorso della corsa del morto, abbandonandosi completamente all’animale e alla sorte. Ancora una volta benedice la folla, chiudendo il cerchio tra vita e destino, sacro e profano.
La Sartiglia è molto più di una semplice manifestazione folkloristica: è un rito carico di storia e simbolismo, che si rinnova ogni anno con lo stesso fascino immutato da secoli.
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