Il digiuno è qualcosa che i giovani di oggi possono affrontare e vivere? La risposta è sì. Ne ha parlato, sul Kalaritana Avvenire del 9 marzo, Mariano Matzeu, direttore diocesano della pastorale giovanile.
Può un giovane vivere il digiuno? La risposta è sicuramente affermativa. Il digiuno, nella tradizione cristiana, non è solo un atto di astensione dal cibo, ma un’opportunità per riflettere e riorientarsi nella propria vita. In un contesto in cui le distrazioni sono ovunque, il digiuno offre ai giovani la possibilità di comprendere meglio di cosa hanno realmente fame.
Vivere l’amore in tutte le sue forme
Non si tratta solo di fame fisica, ma di una ricerca profonda di significato, amore e realizzazione. Papa Francesco ha spesso sottolineato come il digiuno possa «risvegliare la coscienza», invitandoci a riscoprire la verità della nostra vita e a rimanere aperti al Signore e agli altri. Attraverso il digiuno, i giovani possono fare spazio per riflettere su ciò che è veramente importante e tornare a connettersi con le loro esigenze più profonde. In un’epoca in cui il virtuale spesso prevale sulle relazioni reali, il digiuno può essere un modo per mettere da parte le interazioni superficiali e dedicarsi a legami autentici. Le parole di Papa Francesco, che evidenziano come «la vera felicità sia nella comunione, nel dare e nel ricevere», risuonano forti in questo contesto. Il digiuno invita i giovani a investire tempo ed energie in relazioni significative, creando ricordi duraturi e custodendo nel cuore le persone che amano. In questo contesto, la domanda «può un giovane vivere il digiuno?» trova una risposta chiara e concreta. Vivere l’amore in tutte le sue forme significa abbracciare il dono dell’amore in tutte le sue manifestazioni, sia nei gesti che nelle parole. Questo amore si esprime non solo attraverso il sostegno a chi ci sta vicino, ma anche nella capacità di ascoltare e comprendere le esperienze degli altri, creando legami più profondi e significativi. Inoltre, vivere l’amore implica anche il prendersi cura di sé stessi. Significa riconoscere l’importanza del proprio benessere fisico e spirituale, e utilizzare il digiuno come strumento di crescita personale.
Cammino di crescita
In questo percorso, l’amore si manifesta anche attraverso la disponibilità al perdono. Durante il digiuno, i giovani possono riflettere su relazioni che necessitano di guarigione e decidere di intraprendere il cammino della riconciliazione. Questo non solo libera il cuore da pesi emotivi, ma apre anche la strada a relazioni più autentiche e significative. In sintesi, il digiuno non è solo un sacrificio, ma un cammino di crescita. Aiuta i giovani a discernere le loro vere necessità e a rimanere ancorati ai valori fondamentali. Attraverso questa pratica, possono rinnovare la loro fede e approfondire la connessione con Dio. Al riguardo papa Francesco ha detto: «Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia i nostri limiti e le nostre fragilità, per poter incontrare l’Amore che ci salva». Così, il digiuno diventa un mezzo per trasformare la vita dei giovani, permettendo loro di scoprire anzitutto il valore delle relazioni autentiche e di dare inoltre un nuovo significato alle loro esistenze. Attraverso questo percorso si può dunque riscoprire la bellezza di un cammino che avvicina i giovani a Dio e alla comunità, imparando a vivere l’amore autentico: dall’azione concreta alla cura reciproca, fino alla profondità di relazioni significative che educano la vita.
Mariano Matzeu (Direttore diocesano pastorale giovanile) – Articolo apparso sul Kalaritana Avvenire del 9 marzo
© Copyright Kalaritana Media