
Il cardinale Zuppi (foto Vatican News)
La povertà non è una semplice statistica, ma il riflesso di scelte politiche e sociali. Questo il monito del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, intervenuto a Roma all’evento «Lobbying e Advocacy contro la povertà». Durante il suo discorso, ha sottolineato come la povertà non sia un fenomeno casuale, bensì il risultato di decisioni economiche e politiche che hanno progressivamente indebolito le fasce più fragili della popolazione.
Zuppi ha evidenziato come la povertà stia diventando sempre più cronica: spesso chi nasce povero fatica a uscire da questa condizione, e il cosiddetto «ascensore sociale» risulta bloccato. Un reddito da lavoro non basta più a garantire sicurezza economica, e la situazione si aggrava in un contesto di crescente disuguaglianza.
La Chiesa italiana, secondo il cardinale, ha sempre avuto un ruolo chiave nel sostegno ai più deboli, non limitandosi alla sola assistenza immediata, ma cercando di promuovere un cambiamento culturale e strutturale. L’impegno nella lotta alla povertà, ha sottolineato, non deve mai venire meno, perché il rischio è quello di perdere diritti conquistati con anni di lotte e sofferenze.
Richiamando l’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, Zuppi ha ribadito che la carità non è solo l’aiuto immediato, ma anche il lavoro politico e sociale per modificare le condizioni che generano disagio e povertà. Servono politiche coraggiose per garantire lavoro, equità e giustizia sociale.
Il messaggio del cardinale è chiaro: la povertà non è inevitabile, ma il frutto di precise scelte. Affrontarla significa costruire una società più giusta e solidale, attraverso un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, Chiesa e cittadini.
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