
I lavoratori della Portovesme Srl rilanciano la propria mobilitazione. Nella mattinata di oggi, giovedì 17 aprile, gli operai si sono riuniti in assemblea per chiedere risposte chiare al Governo sulla ripresa della produzione di zinco gestito finora dalla multinazionale Glencore nello stabililmento e sul nuovo progetto legato alla black mass delle batterie al litio.
Il rinnovo della cig
Lo scorso lunedì è stato sottoscritto il rinnovo della cassa integrazione, che durerà di più rispetto a quanto inizialmente previsto. La cig avrà durata di 12 mesi, fino ad aprile 2026, quattro mesi in più rispetto ai piani iniziali. A dicembre scorso era arrivata la visita del ministro delle Imprese Adolfo Urso, insieme alle presidente della Regione Alessandra Todde: in quell’incontro era stato annunciato l’interesse di un gruppo alla ripresa della produzione dello zinco, ma un nome – denunciano i lavoratori – ancora non si è manifestato. Cresce così la preoccupazione, ma anche il grido di una risposta decisa da parte del Mimit. «Il governo deve uscire dall’ambiguità innescata – chiariscono in una nota gli operai – proponendo da un lato un nuovo soggetto imprenditoriale e dall’altro dando pieno sostegno al progetto Litio senza mai evidenziare che entrambi i progetti si basano sull’utilizzo dell’impianto di lisciviazione presente nello stabilimento. È necessario che il governo convochi il tavolo di crisi e chiarisca».
Nessuna preclusione di fronte alla solidità delle proposte
Per questo il mandato ai sindacati è rinnovato con forza. «Per queste ragioni confermiamo il mandato alla Rsu e alle organizzazioni sindacali di categoria per perseguire le soluzioni più realmente praticabili, senza fare salti nel vuoto, senza aggiungere incertezza ad incertezza e senza cadere in tifoserie poco utili alle lavoratrici e lavoratori». A seguito di mesi ricchi di incertezze e di promesse mancate, che hanno colpito lavoratori diretti di Glencore e dell’indotto, gli operai chiedono alla politica di non escludere a prescindere nessuna ipotesi che si dimostri solida economicamente e in possesso di un piano preciso. «Riteniamo che non si debba precludere nessuna possibilità sostenibile. Occorre valutare se esiste realmente un soggetto industriale interessato al rilancio delle produzioni di zinco, consapevoli che il tema del costo dell’energia, ieri come oggi, non ha trovato risposta e che se non affrontato e risolto rappresenterà una pietra tombale. Il soggetto imprenditoriale – concludono i lavoratori – deve avere solidità economica e una struttura organizzativa consona a queste produzioni con esperienza nella produzione del primario»