Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Davanti ai nostri occhi si è ben impresso lo spettacolo del Golgotha, delle tre croci innalzate con al centro Gesù morto.
In quel Venerdì pomeriggio che precedeva la Pasqua ebraica bisognava sbrigarsi: deporre in fretta il corpo crocifisso, lavare quel cadavere flagellato, ferito e tumefatto, cospargerlo con 33 Kg di aromi e profumi, avvolgerlo nei teli di lino sul sedile di pietra del sepolcro, sigillare il luogo della sepoltura.
Perché cercate tra i morti.
Tutta questa frenetica corsa cosa voleva mascherare? Attorno al sepolcro di Gesù c’era ben poco da fantasticare.
Bisognava anestetizzare il fallimento, il dolore e la delusione con il «fare tutto di corsa» e riversare tutto lo scoramento in un maniacale attaccamento ai segni di morte e di rassegnazione.
Eppure da quella grotta sepolcrale fuori dalle mura, accanto al Calvario, che guarda verso Giaffa, stava maturando ciò che Gesù aveva annunciato con la parola e con le opere: il Figlio dell’uomo deve risorgere!
Solo quella roccia scavata e la notte che l’avvolgeva furono i testimoni della sua vittoria nelle prime ore del giorno dopo il sabato.
Il Vangelo di Giovanni ci presenta anzitutto Maria Maddalena, attaccata ai segni di morte, attratta dal sepolcro: quando ancora è buio, ai primi bagliori dell’alba, si incammina verso il luogo dove avevano deposto il Signore.
Subito si accorge che le cose non sono a posto, che la pietra è stata rimossa. Avrebbe tanto desiderato sfogare il suo dolore e le sue lacrime al cospetto della salma di Gesù e, in preda al panico, corre in cerca di Pietro, a raccontargli che il Signore era stato rubato, portato via dal sepolcro (cf Gv 20,1-2).
Maria di Magdala vede la morte come una sconfitta, la fine di tutto, l’inizio dei bei ricordi.
Ricevuto l’allarme, Pietro e il discepolo amato iniziano a correre. Simon Pietro, rimasto paralizzato due giorni prima alla porta del palazzo del sommo sacerdote, ora inizia a correre.
Perché cercate tra i morti.
Qualcosa in lui inizia a cambiare.
Il discepolo amato è anonimo, quasi a volerci spingere ad impersonare noi la sua esperienza.
Egli arriva per primo al sepolcro perché aveva fatto esperienza dell’amore del Signore.
Si china, vede i teli di lino stesti, non entra, aspetta Pietro: l’amore sa attendere l’altro.
Giunto anche Pietro, entra, constata l’assenza del morto, ma si accorge anche che i teli sono stati stesi ordinatamente e che il sudario che copriva il volto del defunto è piegato in un «luogo» a parte.
Nessun trafugamento di cadavere era compatibile con i segni riscontrati (vv. 3-7).
La Maddalena e Pietro si limitano ad osservare, ma non sanno andare oltre la morte.
Il discepolo che Gesù amava, invece, vide e credette.
La sua vista raggiunge la soglia della fede: proprio lui che ha posato la sua testa sul petto di Gesù, sentendone i battiti del cuore, ed è stato l’unico ad esser rimasto sotto la croce insieme alle donne, ora vede e crede che quei segni sono veri: egli doveva risorgere dai morti (vv. 8-9).
Insieme al discepolo amato, oggi ciascuno di noi è autorizzato a impazzire di gioia!
Il Signore è vivo; il Signore è risorto, è veramente risorto! Perché cercate tra i morti.
Da Lui in poi, ogni morte diventa giorno di rinascita.
Mai più nessuna paura, perché la sua vittoria sul peccato e sulla morte è anche la nostra!
Questo è il giorno che per noi ha fatto il Signore! Alleluia! Buona Pasqua di risurrezione.
Pasqua di Resurrezione (Anno C)
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
(Gv 20,1-9)
Commento a cura di Davide Piras
Davanti ai nostri occhi si è ben impresso lo spettacolo del Golgotha, delle tre croci innalzate con al centro Gesù morto.
In quel Venerdì pomeriggio che precedeva la Pasqua ebraica bisognava sbrigarsi: deporre in fretta il corpo crocifisso, lavare quel cadavere flagellato, ferito e tumefatto, cospargerlo con 33 Kg di aromi e profumi, avvolgerlo nei teli di lino sul sedile di pietra del sepolcro, sigillare il luogo della sepoltura.
Perché cercate tra i morti.
Tutta questa frenetica corsa cosa voleva mascherare? Attorno al sepolcro di Gesù c’era ben poco da fantasticare.
Bisognava anestetizzare il fallimento, il dolore e la delusione con il «fare tutto di corsa» e riversare tutto lo scoramento in un maniacale attaccamento ai segni di morte e di rassegnazione.
Eppure da quella grotta sepolcrale fuori dalle mura, accanto al Calvario, che guarda verso Giaffa, stava maturando ciò che Gesù aveva annunciato con la parola e con le opere: il Figlio dell’uomo deve risorgere!
Solo quella roccia scavata e la notte che l’avvolgeva furono i testimoni della sua vittoria nelle prime ore del giorno dopo il sabato.
Il Vangelo di Giovanni ci presenta anzitutto Maria Maddalena, attaccata ai segni di morte, attratta dal sepolcro: quando ancora è buio, ai primi bagliori dell’alba, si incammina verso il luogo dove avevano deposto il Signore.
Subito si accorge che le cose non sono a posto, che la pietra è stata rimossa. Avrebbe tanto desiderato sfogare il suo dolore e le sue lacrime al cospetto della salma di Gesù e, in preda al panico, corre in cerca di Pietro, a raccontargli che il Signore era stato rubato, portato via dal sepolcro (cf Gv 20,1-2).
Maria di Magdala vede la morte come una sconfitta, la fine di tutto, l’inizio dei bei ricordi.
Ricevuto l’allarme, Pietro e il discepolo amato iniziano a correre. Simon Pietro, rimasto paralizzato due giorni prima alla porta del palazzo del sommo sacerdote, ora inizia a correre.
Perché cercate tra i morti.
Qualcosa in lui inizia a cambiare.
Il discepolo amato è anonimo, quasi a volerci spingere ad impersonare noi la sua esperienza.
Egli arriva per primo al sepolcro perché aveva fatto esperienza dell’amore del Signore.
Si china, vede i teli di lino stesti, non entra, aspetta Pietro: l’amore sa attendere l’altro.
Giunto anche Pietro, entra, constata l’assenza del morto, ma si accorge anche che i teli sono stati stesi ordinatamente e che il sudario che copriva il volto del defunto è piegato in un «luogo» a parte.
Nessun trafugamento di cadavere era compatibile con i segni riscontrati (vv. 3-7).
La Maddalena e Pietro si limitano ad osservare, ma non sanno andare oltre la morte.
Il discepolo che Gesù amava, invece, vide e credette.
La sua vista raggiunge la soglia della fede: proprio lui che ha posato la sua testa sul petto di Gesù, sentendone i battiti del cuore, ed è stato l’unico ad esser rimasto sotto la croce insieme alle donne, ora vede e crede che quei segni sono veri: egli doveva risorgere dai morti (vv. 8-9).
Insieme al discepolo amato, oggi ciascuno di noi è autorizzato a impazzire di gioia!
Il Signore è vivo; il Signore è risorto, è veramente risorto! Perché cercate tra i morti.
Da Lui in poi, ogni morte diventa giorno di rinascita.
Mai più nessuna paura, perché la sua vittoria sul peccato e sulla morte è anche la nostra!
Questo è il giorno che per noi ha fatto il Signore! Alleluia! Buona Pasqua di risurrezione.
Condividi: