«La nostra missione è quella di far germogliare speranza e costruire comunità». Lo si legge nel messaggio che i vescovi italiani hanno scritto per la trentaseiesima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei. La ricorrenza sarà celebrata il prossimo 17 gennaio e avrà per titolo «Pellegrini di speranza».
«Viviamo un tempo carico di minacce», scrivono i vescovi italiani. «Fatichiamo a guardare avanti con fiducia. Guerre, ingiustizie, crisi climatica, crisi della democrazia, crisi economica, aumento delle povertà. Per sperare abbiamo bisogno di tornare alla Parola di Dio. Lì troviamo la certezza di avere un unico Padre e la promessa di “nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia”.
Più avanti, i vescovi affermao che «sicuramente il Giubileo sarà un tempo propizio per lasciar parlare la Scrittura, anche grazie all’ascolto della lettura dei fratelli e delle sorelle ebrei. Nella certezza che la speranza si genera innanzitutto stabilendo relazioni fraterne. Il Giubileo sarà un cammino di speranza se stimolerà vie di riconciliazione e perdono».
Il messaggio per la trentaseiesima Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei si apre con la testimonianza di Etty Hillesum. La scrittrice olandese ebrea, vittima dell’Olocausto, è descritta nel messaggio come «una giovane donna ebrea, con tutta la vita davanti» che «non pensa innanzitutto alla sopravvivenza, ma al futuro della società. Lascia in secondo piano l’interesse personale, addirittura un proprio fondamentale diritto, per mettere al primo posto un bene collettivo».
Ancora i vescovi italiani sottolineano che «in quel mondo dilaniato dalla violenza, ferito, carico di odio e di desiderio di vendetta, in quel mondo divenuto tremendamente povero, lei sogna di far germinare uno sguardo nuovo. In questo modo suggerisce a tutte le religioni una strada su cui posizionarsi. Non si tratta di difendere la nostra sopravvivenza nella società occidentale, ma di lavorare per costruire un senso nuovo delle cose».
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