Un evento culturale e spirituale dedicato al percorso religioso e storico legato alla devozione alla Madonna di Montserrat. Siurgus Donigala ha rivissuto, la settimana scorsa, l’antico pellegrinaggio che, già nel 1600, vedeva i fedeli in processione verso la chiesa di Santa Maria di Donigala, per offrire ceri votive alla Madonna. Un gesto di omaggio ma di anche di speranza, perché, in quei tempi, la pestilenza causava lutti e disgrazie nelle comunità del Sud Sardegna.
Nell’ambito del cammino francescano in Sardegna, con il sostegno della Conferenza episcopale sarda, si sta dunque riscoprendo questa antica pratica devozionale che, in tanti centri, è però ancora ben viva, portata avanti, con grande fede, dalle comunità parrocchiali. «È stato un momento molto bello – afferma don Mario Pili, parroco di Dolianova e responsabile dell’Ufficio dei beni culturali della diocesi – che ha visto la partecipazione di almeno 70 persone provenienti da Cagliari, Dolianova, Nurri, Orroli e Senorbì che hanno ripercorso l’antico percorso compiuto dai pellegrini che convergevano a Santa Maria di Donigala, oggi una delle due parrocchie all’interno del comune di Siurgus Donigala. Ogni anno queste comunità si rimettono in cammino verso il luogo di culto. E, in modo particolare, tramanda di generazione in generazione questo rito la comunità di San Pantaleo a Dolianova. Dall’antica cattedrale di Dolia viene portato processionalmente ogni 7 settembre un cero votivo, nell’ambito una tradizione che non si è mai interrotta. Si vive così la festa mariana dell’8 settembre convergendo a Donigala. Dopo questo momento di festa si compie poi la processione di rientro che tocca tutte le comunità dei paesi che si ritrovano lungo il percorso di ritorno a Dolianova».
Si valorizza dunque l’importanza del cammino legato alla fede. Non si contano ormai i percorsi che, anche in Sardegna, si stanno strutturando per consentire la nascita di percorsi attraverso i centri urbani della nostra regione e anche della nostra diocesi. «La Conferenza episcopale sarda – ricorda don Mario – ha firmato, in accordo con la Regione Sardegna un accordo per la valorizzazione di questi cammini. E la Regione, dal canto suo, ha chiesto ai vescovi di segnalare quelli che sono i veri cammini religiosi. La diocesi ha sottolineato l’importanza dei percorsi religiosi legati al cammino di Sant’Efisio e a quello dei ceri votivi verso Santa Maria di Donigala. Due cammini da valorizzare dal punto di vista religioso ma anche in chiave culturale, storica e turistica. L’obiettivo è quello di renderli fruibili a un qualsiasi pellegrino, fedele o turista nell’arco dell’intero anno».
Andrea Pala
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