LA TESTIMONIANZA

«Papa Francesco ci insegna a ridare un cuore all’umanità» Il ricordo del direttore Caritas don Marco Lai: il Papa degli “ultimi”, costruttore di dialogo e ponti

ll Papa degli “ultimi”, del dialogo,  che ha fatto del suo pontificato una  «scelta preferenziale per le periferie esistenziali, sociali e geografiche del mondo». A ricordare Papa Francesco ai microfoni di Radio Kalaritana, il direttore della Caritas  diocesana don Marco Lai.  «Il Santo Padre ha sempre avuto uno sguardo intenso e costante sull’umanità sofferente spiritualmente, moralmente e materialmente. Ha riportato al centro del Vangelo l’annuncio della buona notizia per i poveri, come faceva Gesù. E proprio come il Risorto, ha cercato di farsi presenza viva tra gli ultimi della Terra, tra chi è ai margini, tra chi è invisibile».  Oltre le periferie, «ha abbracciato il mondo attraverso il dialogo ecumenico, interreligioso, tra i popoli e le culture, cercando di entrare nel cuore dell’esistenza per orientarlo verso l’Assoluto, Dio, con un’intensità profonda, autentica».

Un Papa sempre accanto ai più fragili, a cui si deve l’istituzione della Giornata mondiale dei Poveri, oltre ai numerosi viaggi simbolici come quello di Lampedusa: «è lì che si tocca con mano la sua attenzione alla dignità di ogni persona, ai migranti, al diritto di ogni essere umano a spostarsi per cercare una vita migliore». Il pensiero corre ai verbi «diventati un manifesto per la convivenza umana: accogliere, accompagnare, proteggere, promuovere».

«Il suo messaggio – continua il direttore –  è lo sguardo universale, cattolico nel senso più autentico: l’umanità come una sola famiglia, la Terra come casa comune. Un’eredità che oggi è necessaria come non mai. Il suo messaggio, i suoi gesti, i suoi incontri– tra cui quelli con i capi religiosi – sono stati sempre tesi a costruire ponti, a firmare patti, a seminare pace. Questa è la grande eredità che ci lascia Papa Francesco: ridare un cuore all’umanità, guarire la casa comune, ristabilire giustizia ed equità per tutti i popoli della Terra. Un’eredità fatta di alta moralità e profonda spiritualità, incarnata, concreta, universale».