Il dibattito sulla revisione del disciplinare di produzione del Pecorino Romano Dop continua ad animare il comparto lattiero-caseario.
Il tema centrale riguarda le razze ovine che devono essere allevate nei territori di riferimento (Sardegna, Lazio e provincia di Grosseto) per garantire la qualità e la tipicità del prodotto.
Durante una conferenza stampa, Agrinsieme Sardegna e le maggiori cooperative di trasformazione lattiero-casearie regionali hanno ribadito l’importanza di mantenere il legame con le razze autoctone, come la pecora Sarda, la Nera di Arbus, la Comisana, la Massese, la Vissana, la Sopravissana e quella dell’Amiata.
Tra i partecipanti alla conferenza, figurano il coordinatore regionale di Agrinsieme e direttore di Legacoop Sardegna, Daniele Caddeo, il vicecoordinatore e presidente regionale di Copagri, Giuseppe Patteri, il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras, e diversi rappresentanti delle cooperative casearie, tra cui Salvatore Palitta (Agriexport e La Concordia), Renato Illotto (Cao Formaggi) e Francesco Erbi (Cia Sardegna).
L’iniziativa segue diverse azioni di sensibilizzazione, tra cui una lettera inviata al Ministero dell’Agricoltura per chiedere una maggiore valorizzazione della Dop e un incontro con l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gianfranco Satta.
I rappresentanti del settore sottolineano come il pascolamento delle pecore autoctone abbia un ruolo chiave non solo nella produzione casearia, ma anche nella tutela del territorio contro il dissesto idrogeologico e gli incendi.
Attualmente, circa il 95% del Pecorino Romano Dop proviene da latte munto in Sardegna, con oltre l’80% dei 300 milioni di litri di latte ovino destinato alla trasformazione in formaggi Dop.
Tuttavia, la mancanza di un riferimento esplicito alle razze autoctone nel disciplinare potrebbe aprire la produzione a razze non tradizionali, minacciando l’identità del prodotto.
Agrinsieme Sardegna e le cooperative hanno espresso preoccupazione per il rischio di un indebolimento della tipicità del Pecorino Romano.
«Il valore del nostro formaggio risiede nella sua tradizione, che deve essere tutelata con un disciplinare chiaro e coerente», ha dichiarato Caddeo.
Patteri ha aggiunto: «Non siamo contrari a nuove razze, ma il loro latte deve essere destinato a formaggi diversi dalle Dop».
Il presidente di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras, ha evidenziato l’importanza di garantire una giusta remunerazione agli allevatori, evitando scelte che potrebbero compromettere il mercato.
Francesco Erbi, presidente di Cia Sardegna, ha sottolineato come la produzione del Pecorino Romano Dop sia legata alla sostenibilità e alla lotta contro lo spopolamento delle aree rurali.
La richiesta degli operatori è chiara: il disciplinare deve garantire che il Pecorino Romano Dop sia prodotto esclusivamente con latte di pecore autoctone.
Solo così si potrà preservare la qualità, la tradizione e il valore economico di un’eccellenza casearia riconosciuta a livello internazionale.
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