Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, ha aperto il suo intervento conclusivo al Convegno dei presidenti diocesani e degli assistenti unitari di AC a Sacrofano con un forte richiamo alla Parola di Dio: «Voi stessi date loro da mangiare».
Questo invito, tratto dal Vangelo, ha rappresentato il filo conduttore del suo discorso, in cui ha espresso l’urgenza di un impegno concreto della Chiesa e dell’associazione verso i bisogni del mondo. «Ce ne andiamo più affamati e assetati», ha detto Notarstefano, indicando che il cammino verso il rinnovamento è solo all’inizio e che il desiderio di giustizia, pace e solidarietà è sempre più forte.
Notarstefano ha ricordato come l’Azione Cattolica sia «sintonizzata sulle grandi questioni della vita del Paese e delle persone», evidenziando l’importanza di camminare insieme, in sinodalità. Il presidente ha sottolineato: «Siamo dentro il cambiamento d’epoca», una transizione storica e sociale in cui l’associazione è chiamata a essere protagonista.
Il Sinodo è stato infatti descritto come una sfida per ripensare l’identità e la missione dell’Azione Cattolica in una Chiesa sempre più missionaria, attenta a scoprire le opere dello Spirito nella realtà di oggi. «Noi vogliamo essere dentro questa complessità», ha dichiarato, sottolineando la volontà dell’associazione di partecipare attivamente a questo percorso sinodale, che è solo all’inizio di una lunga salita.
Ai presidenti diocesani presenti al convegno, Notarstefano ha rivolto l’invito a «non perdere nessuno di quelli che Lui ci ha dato», richiamando così la responsabilità di prendersi cura di ogni persona, promuovendone i talenti per permettere a ciascuno di fiorire all’interno dell’associazione.
Notarstefano ha inoltre ringraziato Papa Francesco per il messaggio inaspettato che ha inviato all’Azione Cattolica, un segno di vicinanza e di incoraggiamento. Il presidente ha poi affrontato temi cruciali come le migrazioni, la pace e la democrazia, definendoli come le grandi questioni che determinano il futuro del Paese. «Dobbiamo essere i primi a prendere sul serio la questione dell’accoglienza», ha concluso, rilanciando l’appello alla responsabilità sociale e cristiana verso i migranti e i più vulnerabili.
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