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Don Giuseppe Spiga con alcuni seminaristi
La nomina di Giuseppe Spiga a Vescovo di Grajaú, in Brasile, porta con sé un grande valore ecclesiale, rendendola particolarmente significativa e, per certi versi, straordinaria.
Il cammino di una chiesa diocesana che va oltre se stessa
Innanzitutto, la nomina di Monsignor Spiga è il frutto di un lungo percorso di collaborazione tra Chiese e, in particolare, tra la diocesi di Cagliari e quella di Viana, nel Maranhão, uno stato del nord del Brasile, in pieno territorio pre-amazzonico. L’inizio di questa collaborazione risale al 1967, quando l’arcivescovo Paolo Botto inviò proprio in quella diocesi don Guido Palmas, il primo sacerdote missionario fidei donum di Cagliari.
Due sono state le diocesi brasiliane, entrambe nel Maranhão, nelle quali i sacerdoti cagliaritani hanno prestato il loro servizio missionario: Viana e Pinheiro. Nella diocesi di Viana iniziò proprio don Guido Palmas, che fondò la parrocchia di Matinha, rimanendovi dal 1967 al 1973. Lì giunse anche don Gabriele Casu nel 2006 e, in seguito, don Giuseppe Spiga nel 2008. Don Giuseppe fu poi destinato proprio nella parrocchia di Matinha, fondata da don Palmas.
Nella diocesi di Pinheiro, invece, i sacerdoti cagliaritani guidarono per alcuni decenni la parrocchia di Bacurì. Tra di loro figurano Nino Onnis, Mario Secci, Salvatore Collu, Antonio Usai e Gigi Zuncheddu.
Dunque, don Spiga rappresenta solo l’ultimo anello (anzi, si spera il penultimo) di un grande percorso missionario che ha visto il clero cagliaritano protagonista nell’impegno verso le Chiese più lontane e bisognose di qualcuno che portasse il Vangelo e la solidarietà ecclesiale.
Un pastore con il cuore nel sociale
Don Giuseppe ha portato con sé, nella sua esperienza missionaria oltre oceano, il frutto di una ricca esperienza pastorale. Tra queste, spicca il servizio per la Pastorale sociale e del lavoro. Fu diretto successore di don Vasco Paradisi, il vero fondatore della pastorale sociale in diocesi. Don Giuseppe si distinse nel guidare l’ufficio e la Scuola di Fede e Coscienza Politica, fondata da Paradisi e sostenuta dal Centro Studi Sociali Paolo VI. Una successione non facile, considerando la figura di spicco che era don Paradisi.
A chiamarlo a ricoprire questo incarico fu Monsignor Alberti, vescovo molto attento a queste tematiche e vicino alla realtà del mondo del lavoro isolano. Con la fine del mandato di don Giuseppe presso l’ufficio di Pastorale sociale, purtroppo, si concluse un percorso virtuoso, che aveva reso la diocesi di Cagliari un punto di riferimento nella formazione e nell’azione pastorale per tutta la Chiesa italiana.
Un prete capace di stare tra la gente
Don Spiga ha maturato la propria vocazione nel contesto di una parrocchia di recente fondazione, quella di Sant’Ignazio da Laconi a Serramanna. Il legame con la comunità e con il parroco fondatore, don Bruno Pittau, è stato determinante. Tuttavia, la sua maturazione pastorale si è consolidata a Donori e, per un breve periodo, anche a Barrali, dove fu destinato congiuntamente alla parrocchia di Donori. A queste esperienze si aggiunge, negli anni precedenti, la collaborazione presso la parrocchia del Sacro Cuore a Quartu Sant’Elena.
È in questi contesti che don Giuseppe si è lasciato forgiare dalla dimensione “popolare” della pastorale, dove la relazione genuina, continua e aperta a tutti è la cifra distintiva di un vero pastore. La formazione del presbitero si realizza non tanto nelle grandi e strutturate parrocchie urbane, quanto nei contesti più semplici, dove l’umanità del prete diventa il primo atto di evangelizzazione. Questa prima scuola di vita parrocchiale ha certamente alimentato l’animo missionario di don Giuseppe.
Una guida per i futuri sacerdoti
L’impegno ministeriale di don Giuseppe nell’ambito della formazione seminaristica ha avuto inizio nel seminario minore di Cagliari, dove ha compiuto la sua prima esperienza di formatore. Il legame con don Luciano Ligas, rettore del seminario arcivescovile nel periodo in cui don Giuseppe fu animatore, ha segnato profondamente la sua sensibilità e azione ministeriale.
Questa vocazione alla formazione è stata poi consolidata nel servizio di rettore del seminario di Viana. In quel contesto, don Giuseppe si è speso per una pastorale vocazionale metodica e accurata, operando in una diocesi grande quanto la Sardegna. La pastorale vocazionale e la cura della formazione seminaristica sono stati gli ambiti in cui don Giuseppe ha meglio espresso la sua dedizione missionaria.
Il valore profondo di questa nomina
Tutti questi elementi fanno emergere in don Giuseppe le caratteristiche fondamentali per essere guida di una Chiesa diocesana. Dall’esperienza di un servizio variegato nella Chiesa, sia nella diocesi di origine che in terra di missione, egli incarna l’immagine del pastore che sa servire e guidare la comunità in tutti i suoi aspetti.
La sua nomina episcopale rappresenta dunque un segno di continuità nel cammino missionario della diocesi di Cagliari, ma anche un’opportunità per la Chiesa di Grajaú di accogliere un pastore con una solida esperienza ecclesiale, pastorale e formativa. Don Giuseppe ha dimostrato nel corso degli anni una profonda capacità di ascolto, una forte attenzione alle necessità delle persone e un grande amore per il Vangelo. La sua missione episcopale si preannuncia come una nuova fase di crescita e di impegno per la comunità a lui affidata.
La sua figura è simbolo di una Chiesa che si apre al mondo, che non teme di varcare confini geografici e culturali, ma che anzi trova in questi spazi l’occasione per testimoniare con forza la propria vocazione missionaria. La diocesi di Cagliari può dunque guardare con orgoglio a questa nomina, nella consapevolezza che il ministero di don Giuseppe continuerà a essere segno di speranza e di comunione tra le Chiese.
Giulio Madeddu
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