Cultura

Musica e solidarietà per Gaza: al Teatro Massimo «We Are Not Numbers – Note per Gaza» Il 18 maggio insieme artisti, medici, giornalisti e operatori culturali a sostegno della popolazione

Gli effetti di uno dei bombardamenti israeliani su Gaza | Foto Caritas

Domenica 18 maggio alle 19.00, il Teatro Massimo di Cagliari sarà il palcoscenico di un evento speciale che unisce arte, musica e impegno civile: “We Are Not Numbers – Note per Gaza”, uno spettacolo di solidarietà a sostegno della ricostruzione dell’ospedale Al Awda di Gaza, gestito dalla Awda Health & Community Association.

Artisti, medici, giornalisti e operatori culturali uniranno le loro voci e i loro strumenti per dare forza a un messaggio urgente e profondo: quello di una comunità che resiste con coraggio e dignità, spesso ridotta a numeri senza volto.

«Con l’arte e la musica – spiegano gli organizzatori – vogliamo raccontare le storie di chi oggi soffre e resiste con straordinaria forza, in un contesto in cui i minimi valori civili e umanitari sembrano perduti e la verità fatica a emergere».

La serata vedrà performance che spaziano dalla musica classica al jazz, dal rock alla world music, dando voce a una pluralità di linguaggi artistici capaci di raccontare l’umanità dietro le tragedie.

Tra gli artisti presenti: Roundella, Elena Ledda, Mauro Palmas, Stefano D’Anna Quartet, Stefania Secci Rosa, Rossella Faa Trio, Peter Waters, Sa Ratapignata, con la partecipazione di Giacomo Serreli ed Elio Arthemalle.

Il ricavato sarà interamente devoluto alla ricostruzione dell’ospedale Al Awda, presidio sanitario essenziale per la popolazione civile della Striscia di Gaza, devastata da mesi di bombardamenti e privazioni.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Sardegna Palestina, Teatro Massimo di Cagliari, EJA TV, Scenotecnica, con la direzione artistica di Francesca Corrias e Michele Palmas.

In un contesto internazionale in cui Amnesty International, Human Rights Watch e la Corte Internazionale di Giustizia parlano apertamente di rischio di genocidio in atto, “We Are Not Numbers” vuole essere un atto di testimonianza, consapevolezza e vicinanza concreta.