Anche la Diocesi di Cagliari aderisce al microcredito “Mi fido di noi”. Un progetto promosso a livello nazionale dalla Chiesa italiana, attraverso la Conferenza episcopale e Caritas Italiana, che mira a favorire l’accesso al credito attraverso il coinvolgimento dell’intera comunità.
«Nei giorni scorsi si è svolto l’incontro tra le Caritas partecipanti, alcune fondazioni bancarie e anti-usura, e gli esponenti della CEI e della Consulta nazionale delle fondazioni – spiega Bruno Loviselli, vicepresidente Fondazione anti-usura Sant’Ignazio da Laconi della Caritas diocesana e referente diocesano del progetto di micro-credito ai microfoni di Radio Kalaritana -. Un incontro finalizzato a mettere a punto alcuni aspetti ancora da definire nei dettagli».
Obiettivo, «restituire dignità alle persone, fiducia, garantire il diritto al credito, creare solidarietà fondata sul principio che i beni sono destinati a tutti». Un progetto che segue quelli precedenti, come il Prestito della speranza, puntando su un coinvolgimento esteso all’intera comunità e introducendo alcune novità. «In primis, l’importo erogabile – spiega Loviselli – è al massimo di 8mila euro per persone e famiglie in stato di difficoltà e fragilità socio-economica. Inoltre, il prestito è stabilito a tasso zero: la scelta fatta è quella di una Chiesa che vuole andare incontro alle emergenze, anche sociali, offrendo un aiuto grazie a cui molte famiglie possono ripartire». Ancora, non c’è nessuna intermediazione bancaria: «Di fatto c’è un unico fondo che viene costituito dalla CEI e depositato presso Banca Etica, unica banca prescelta, che ha il ruolo di “tesoriera”, ed entra in gioco nel momento in cui confluiscono le somme destinate a finanziare questo progetto». La novità vera «è che la CEI e la Caritas hanno individuato sul territorio nazionale cinque fondazioni anti-usura che possono e devono erogare direttamente il microcredito e tra queste cinque è stata prescelta per la Sardegna la Fondazione anti-usura Sant’Ignazio da Laconi».
Il ruolo principale sarà quello delle Caritas locali, che «attiveranno dei punti di contatto e nomineranno dei tutor che, attraverso i volontari, faranno formazione sull’educazione finanziaria e sull’uso consapevole del denaro alle famiglie e alle persone fragili: per fare ciò sarà fondamentale il coinvolgimento dei centri d’ascolto». Dopo l’ascolto, la verifica dei requisiti dei richiedenti, le informazioni saranno inviate alla Fondazione anti-usura che, a sua volta procederà a un’ulteriore verifica e all’erogazione delle risorse ai beneficiari. Questi ultimi sono molto ampi: famiglie italiane, straniere regolarmente soggiornanti, fuori dal mercato del lavoro ma in età lavorativa, persone singole, vulnerabili, anziani soli, giovani NEET, studenti fragili, donne vittime di violenza. «Le cifre erogate permetteranno di sostenere queste persone nelle spese importanti per la loro vita e il loro futuro, come lo studio, la formazione, accesso ai servizi pubblici, spese mediche, pagamento di affitti arretrati. Alla base il concetto di fiducia, come dice lo stesso titolo del progetto “Mi fido di noi”, in cui viene coinvolta l’intera comunità».
Nel prossimo periodo saranno stabilite le tappe future: «Stiamo lavorando – conclude Loviselli – affinché il progetto sia operativo il prima possibile nel territorio diocesano, grazie al rapporto costante con il gruppo di lavoro nazionale, con Caritas italiana, CEI, con la Consulta nazionale delle fondazioni di anti usura. Anche a livello nazionale si sta cercando di coinvolgere i grandi donatori, le fondazioni bancarie, i grandi gruppi e brand, cercando di sensibilizzare anche le comunità locali perché questo fondo sia il più ampio possibile e possa consentire l’accesso al microcredito a un numero sempre maggiore di persone in difficoltà».
© Copyright Kalaritana Media