Marras: “Isola a un bivio, serve costruire un ampio dialogo” Il direttore di Confcooperative è stato ospite negli studi di Radio Kalaritana

Dopo diversa attesa e il ricorso all’esercizio provvisorio, è tempo di finanziaria in Consiglio regionale e di audizioni nelle commissioni prima dell’approdo in Aula del testo approvato lo scorso gennaio dalla Giunta guidata da Alessandra Todde.

L’Isola di fronte a un bivio

Tra le persone audite anche Gilberto Marras, direttore regionale di Confcooperative, ospite negli studi di Radio Kalaritana per un commento su quanto accade in via Roma.

«Gli argomenti sono tanti, però crediamo che la Sardegna sia davanti ad un bivio – ha affermato Marras – Abbiamo tante opportunità perché sono tanti i fronti di miglioramento. Non è semplice oggi fare politica e credo che sia un dovere di tutti, maggioranza e opposizione, ma anche di tutto l’associazionismo imprenditoriale e sindacale, provarci. C’è la necessità di costruire un momento di dialogo, a prescindere dalle posizioni, per individuare una strada e perseguire gli obiettivi che lungo questa strada ci diamo. Riprendiamo parole che sembrano desuete, come confronto o addirittura concertazione. O ci stringiamo intorno agli obiettivi o sarà difficilissimo».

Un invito che apre una scatola da riempire di contenuti, su più fronti.

«Ci sono dei gap infrastrutturali veramente importanti – ha ripreso Marras – Voglio ricordarne alcuni. Nel mondo dell’agricoltura vi è un problema di risorse idriche, dobbiamo efficentare la rete, dobbiamo probabilmente interconnettere alcuni bacini, ma l’acqua deve essere portata nelle campagne, altrimenti il cibo non arriva. Secondo, sul versante delle risorse umane, continuiamo ad avere dei mismatch, cioè domande e offerte di lavoro non si incontrano quanto servirebbe. C’è un gap di competenze che le persone che vorrebbero inserirsi nel mondo del lavoro o che sono uscite dal mondo del lavoro non riescono ad avere per far fronte alle richieste delle imprese, la maggior parte delle quali evidentemente opera nel pieno rispetto dei contratti collettivi nazionali del lavoro. E da ultimo cito un tema che ci è molto caro: bisogna innalzare i livelli di capacità amministrative che ci sono nelle periferie, gli enti locali vanno supportati. Siamo con i sindaci che non riescono a dare i servizi ai propri concittadini, perché? Perché non hanno risorse a sufficienza».

Questione economica

Le difficoltà della politica, oltre che nel dialogo, risiedono anche nella mancanza di risorse spendibili.

«La coperta è corta, ci sono 10 miliardi di manovra, ma in realtà la massa manovrabile è molta di meno, parliamo di 300 milioni di euro, forse raschiando da qualche parte qualcosa di più – precisa il direttore regionale di Confcooperative – Come sistema Sardegna dovremmo decidere di non puntare più su interventi a pioggia e andare nella direzione di alimentare o perlomeno avviare delle riforme strutturali che siano innanzitutto regole, che dovrebbero poi innescare buona spesa».  A partire da quella che è la spesa sociale. «Il welfare deve essere una scelta, un’opzione strategica, crediamo che insieme alle filiere agroalimentari, cioè al cibo che mangiamo, il welfare cioè i sistemi socio-sanitari, socio-assistenziali e socio-educativi, insieme alle filiere turistico-culturali e naturalistiche e ai relativi servizi, siano i tre asset strategici su cui bisogna puntare. Ragionando di welfare, qui il titolo è molto semplice, bisogna organizzare, prevedere un sistema che arrivi in tutti i territori, a cominciare da quelli più periferici e quindi va sostenuto il Fondo Unico – conclude Marras – è assolutamente decisivo incrementarlo».

Qui per ascoltare l’intervista: https://shorturl.at/JY0hj

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