
Dal prossimo 1° dicembre, le eccellenze dell’artigianato artistico, tipico e tradizionale sardo potranno accedere a una nuova forma di tutela: l’Indicazione Geografica Protetta (IGP). Un marchio di qualità europeo, finora riservato ai prodotti agroalimentari, che potrà essere applicato anche a oggetti e manufatti la cui qualità e reputazione siano legate a un’origine geografica specifica.
Lo strumento è stato studiato dall’Unione Europea per proteggere i prodotti dalle contraffazioni e valorizzarne il legame con il territorio. Tuttavia, ad oggi, sono solo due le imprese sarde che hanno presentato il disciplinare per il futuro riconoscimento IGP, segno che c’è ancora molto da fare in termini di sensibilizzazione.
Una tavola rotonda per fare il punto sul futuro del settore
A Ollastra, in occasione della Fiera di San Marco, si è svolta la tavola rotonda dal titolo «Mani antiche e Cuori moderni: l’artigianato da riscoprire. Certificare il pregio: tradizione, innovazione e futuro dell’artigianato sardo».
All’incontro hanno partecipato numerosi attori del settore: il sindaco di Ollastra Osvaldo Congiu, il segretario di Confartigianato Oristano Marco Franceschi, i funzionari dell’Assessorato Regionale dell’Artigianato Sarà Olla e Raimondo Mandis, il dirigente della Camera di Commercio di Cagliari-Oristano Stefano Carta, il funzionario di Confartigianato Nuoro Francesco Frau, e l’artigiano orafo Raffaele Pirisi di Fonni, insieme a numerosi altri artigiani provenienti da tutta la Sardegna.
Prodotti sardi tradizionali candidati al marchio europeo
Grazie al nuovo Regolamento (UE) 2023/2411, l’Unione Europea ha deciso di ampliare il sistema di tutela delle indicazioni geografiche a tutti quei prodotti non alimentari che conservano un legame profondo con il proprio territorio. Per ottenere la registrazione IGP, ogni prodotto dovrà soddisfare tre criteri fondamentali: essere originario di un luogo preciso, avere una qualità o reputazione riconducibile alla sua origine geografica e prevedere che almeno una fase della produzione avvenga nella zona identificata.
I tappeti di Sarule, i cestini di Castelsardo, le fedi di Fonni, la ceramica di Oristano e Assemini, i coltelli di Pattada e Arbus, le maschere in legno di Mamoiada, la selleria di Santu Lussurgiu, gli arazzi di Fonni: sono queste, tra le altre, le creazioni che potrebbero essere al centro della protezione comunitaria. La Regione ha affermato la propria volontà di sostenere il processo: già stanziati 750mila euro per accompagnare le imprese all’ottenimento delle certificazioni di qualità e attestati tecnici per valorizzare le produzioni locali.
“Questo incontro con i Comuni, le Autorità e le imprese – ha affermato Marco Franceschi, Segretario di Confartigianato Oristano – ha avuto come obiettivo di informare gli artigiani per accompagnarli verso l’adozione della nuova tutela, che consentirà di promuovere la qualità delle produzioni locali, valorizzare il legame tra prodotto e territorio, stimolare l’economia anche delle aree interne e rafforzare la presenza dei prodotti sui mercati internazionali. Con questo nuovo strumento avremo, finalmente, un riconoscimento giuridico e commerciale delle competenze tradizionali e dell’identità culturale dei territori – ha continuato Franceschi – che garantirà trasparenza e qualità ai consumatori e contribuirà in modo concreto alla difesa del Made in Italy e Made in Sardegna”
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