Il 29 dicembre abbiamo avviato il cammino giubilare in Diocesi, come in tutte le chiese del mondo cattolico. Un pellegrinaggio dietro la croce, verso la cattedrale, dove, dopo la benedizione presso la fonte battesimale, è stata celebrata la messa. Il tema della speranza, al centro del Giubileo, è profondamente legato alla preghiera.
Sant’Ambrogio affermava che la preghiera è l’interpretazione della speranza. È attraverso la preghiera che la speranza si esprime, si nutre e si rafforza. Dobbiamo imparare a pregare, poiché la preghiera è la lingua della speranza. Il Catechismo insegna che in Cristo risorto, la domanda della Chiesa è sorretta dalla speranza. Siamo in cammino, in attesa, e la nostra speranza è fondata sulla risurrezione di Cristo, che ci fa chiedere la misericordia divina, affinché la vita nuova che ci ha donato sia per noi e per il mondo intero.
La preghiera è desiderio, attesa e fiducia in un Dio che ascolta e provvede. Come ci esortava Sant’Agostino, dobbiamo pregare incessantemente, affinché il nostro desiderio di bene diventi speranza. Il Padre Nostro è un esempio chiaro di come speranza e preghiera siano intrecciate. Ogni petizione è un atto di speranza.
Giuseppe Baturi
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