L’esortazione di monsignor Baturi alla preghiera e alla speranza Con le riflessioni dell'Arcivescovo si apre il nuovo Anno pastorale

Un momento dell’inaugurazione del nuovo Anno pastorale diocesano

La Preghiera: un incontro tra speranza e fede

Gli eventi giubilari sono eventi di preghiera. Così l’apertura della porta Santa a Roma, il prossimo 24 dicembre, e l’inaugurazione nelle Chiese particolari, domenica 29 dicembre.

“Il Catechismo della Chiesa Cattolica delinea con precisione il legame tra preghiera e speranza – ha  affermato l’Arcivescovo. Nella fede in Cristo risorto, la preghiera della Chiesa si radica nella speranza. Anche se viviamo ancora in un tempo di attesa e necessitiamo di una continua conversione, la preghiera ci sostiene in questo cammino. Non si tratta solo di chiedere qualcosa, ma è un atto attraverso il quale impariamo a riconoscere ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Ci apre a ricevere con fiducia i doni di Dio, che riconosciamo come un Padre buono e provvidente”.

La preghiera, quindi, diventa un momento di profonda formazione interiore, dove impariamo a capire ciò che veramente conta. Questa fiducia che riponiamo in Dio alimenta e fortifica la nostra speranza, radicandola in una fede incrollabile nella sua bontà.

Il pensiero di Sant’Agostino. Allargare il cuore

Un concetto chiave elaborato da Sant’Agostino è che Dio non ha bisogno di conoscere i nostri desideri, poiché li conosce già. La preghiera, dunque, non serve a informare Dio, ma piuttosto a noi, affinché esercitiamo il nostro desiderio e ci prepariamo a ricevere il grande bene che Lui ha in serbo per noi. Questo bene è immensamente grande, ma per accoglierlo, dobbiamo “allargare il cuore”.

La preghiera – prosegue Baturi – diventa un esercizio costante di desiderio. È un modo per nutrire quel desiderio, perché il rischio è che esso possa affievolirsi o spegnersi del tutto se non lo alimentiamo con fervore“.

Opere di misericordia e segni di speranza

Nell’ambito del giubileo saremo chiamati a fare una rinnovato esperienza della misericordia di Dio, che ci attende e perdona. Il Papa ci chiama ad esprimere tale amore nei confronti del mondo, promuovendo opere di pace, verso il futuro, aiutando i giovani a trasmettere la vita, verso i detenuti per aiutarli a vivere in condizioni di dignità e a recuperare fiducia nel proprio futuro, i giovani, che hanno bisogno della compagnia di adulti capaci di accompagnarli e di prendersene cura, i migranti, da accogliere, promuovere e inserire, gli anziani, gli ammalati e i poveri.

Invito tutti – esorta – a creare segni di misericordia e di speranza a favore di questi nostri prossimi, che proveremo a condividere e a rendere stabili. In questa occasione lancio due iniziative: una legata al microcredito e l’altra ad un’alternativa al carcere”.  

In occasione del Giubileo 2025, la Conferenza Episcopale Italiana avvierà, insieme alla Caritas Italiana, un progetto di Microcredito sociale a favore di persone e famiglie indebitate o in condizione di fragilità sociale che, avendo difficoltà ad accedere al credito ordinario, hanno bisogno di essere aiutate per ripartire e recuperare una piena dignità civile.

La Chiesa di Cagliari – annuncia – apporterà la quota richiesta per poter partecipare al progetto. Un’alternativa al carcere. Gli enti e le associazioni di volontariato che operano nel mondo del carcere hanno spesso evidenziato l’importanza del potenziamento degli interventi di tipo educativo e risocializzante, rivolti ai detenuti o imputati che possono accedere alle misure alternative alla detenzione”.

Queste misure offrono dei vantaggi sui quali è importante riflettere, come pastorale penitenziaria, in vista di un impegno di accoglienza nelle comunità o nelle associazioni che possono dare questa opportunità a coloro che ne hanno diritto.

Il Padre nostro. Un esempio perfetto di preghiera e speranza

Un esempio luminoso di questo legame tra speranza e preghiera è il Padre Nostro – sottolinea Baturi – la preghiera che Gesù stesso ha insegnato. Le sue richieste si fondano sul mistero della salvezza già realizzato attraverso la croce e la risurrezione di Cristo. In questa preghiera, non solo chiediamo i beni materiali e spirituali necessari per la vita, ma esprimiamo la nostra speranza nella piena realizzazione del regno di Dio. Il Padre Nostro – dettaglia – ci ricorda che, sebbene la salvezza sia già stata donata in Cristo, noi siamo ancora in attesa della sua piena manifestazione“.

La speranza, quindi, non riguarda solo il futuro, ma è radicata in un evento già compiuto: la risurrezione di Cristo. Questo fondamento ci permette di pregare con fiducia, sapendo che ciò che chiediamo è già stato anticipato dalla promessa divina.

 

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