Le Chiese cristiane in Siria: un appello per la pace e la giustizia I rappresentanti delle confessioni religiose condannano i massacri e fanno appello alla responsabilità per fermare la violenza

Violenze in Siria (foto AFP/SIR)

Negli ultimi giorni, la Siria è stata teatro di una nuova ondata di violenze che ha coinvolto città come Latakia e Tartus, causando la morte di numerosi civili, tra cui donne e bambini. In questo scenario drammatico, le Chiese cristiane del Paese hanno levato la loro voce, condannando fermamente i massacri e invocando giustizia.

Monsignor Hanna Jallouf, vicario apostolico di Aleppo, ha denunciato le esecuzioni sommarie e gli attacchi indiscriminati contro la minoranza alawita, sottolineando la necessità di fermare ogni forma di vendetta settaria. Il suo appello è chiaro: «Tutte le parti coinvolte devono essere ritenute responsabili senza indugio», affinché si possa avviare un vero percorso di riconciliazione nazionale.

Anche il patriarca greco-ortodosso di Antiochia, Giovanni X Yazigi, ha esortato il presidente siriano Ahmed Al-Shara a fermare i massacri, poiché «contraddicono la visione di una nuova Siria basata sulla pace e sulla convivenza». Le aree più colpite dagli attacchi, come il quartiere di Al-Qusour a Banias, hanno visto l’uccisione di civili inermi e la distruzione di intere comunità cristiane e alawite.

L’appello delle Chiese non si limita alla condanna degli atti di violenza, ma include anche la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta per individuare e punire i responsabili. Patriarchi e vescovi di diverse confessioni hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in cui chiedono la tutela della cittadinanza paritaria e della libertà religiosa, valori fondamentali per costruire una società giusta e pacifica.

In un Paese devastato da anni di conflitti, le parole della comunità cristiana siriana rappresentano un grido di speranza e una strada per un futuro di pace e convivenza.

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