La pace in Europa non può passare dal riarmo «Impariamo dalla storia, non possiamo percorrere questa strada», afferma l'arcivescovo cattolico di Mosca Paolo Pezzi

I fedeli cattolici russi a Roma per il pellegrinaggio giubilare (foto cathmos.ru)

La speranza di un futuro senza conflitti non si è spenta, nonostante il clima di instabilità. Lo testimonia il pellegrinaggio giubilare di 85 fedeli russi a Roma, guidati dall’arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca, monsignor Paolo Pezzi. «Cresce il desiderio che questo conflitto finalmente possa terminare. Che si possa ricominciare a guardarci in faccia, camminare assieme», afferma al Sir l’arcivescovo.

Nonostante le difficoltà di viaggio imposte dalle tensioni internazionali, il gruppo ha voluto essere presente nella capitale per un momento di preghiera e riflessione. «La speranza resta, com’era anche prima, una sola, e l’unica nostra speranza è Nostro Signore Gesù Cristo», ribadisce Pezzi, sottolineando come la Quaresima, celebrata quest’anno in contemporanea da tutta la cristianità, sia un’occasione per affrontare le difficoltà con speranza.

Tuttavia, la prospettiva del riarmo in Europa preoccupa profondamente il presule. «Sarò molto sincero. Io sono rimasto molto amareggiato dalle parole volte al riarmo che ho sentito», confida. Pur comprendendo le ragioni dei leader europei, Pezzi invita a una riflessione più profonda: «Mi sembra che non abbiamo imparato nulla dalla storia». Ricorda come, dopo la Prima guerra mondiale, la Germania non solo fu costretta alla capitolazione, ma subì anche un’umiliazione, un errore che non si deve ripetere. «Ora, andare verso un riarmamento – comprendendo tutte le necessità di una difesa – non è la strada da percorrere. La pace in Europa oggi non può purtroppo andare in questa direzione».

Di fronte al rischio che l’odio si radichi nei cuori, monsignor Pezzi sottolinea la necessità di riconoscere l’altro come persona: «Mi hanno parlato di una popolazione locale disposta a non guardare l’altro come un nemico, ma come un fratello». Questi segni di riconciliazione devono essere visti, accolti e valorizzati, afferma, ribadendo la necessità di un impegno collettivo per la pace.

Durante il pellegrinaggio, monsignor Pezzi ha attraversato la Porta Santa portando con sé le intenzioni di coloro che soffrono, dagli anziani ai carcerati, e ha pregato per la pace, non solo in Europa ma anche in Siria e Terra Santa. «Papa Francesco è per noi un padre e un amico», afferma, raccontando dell’affetto ricevuto sia dalla comunità cattolica russa sia dalla Chiesa ortodossa. Nonostante l’udienza prevista con il Pontefice sia stata cancellata, i pellegrini si sono recati al Policlinico Gemelli per recitare il Rosario per la sua salute. «Sappiamo che il Papa ci ha molto nel cuore», conclude Pezzi.

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