
«Caro Francesco, sei stato uno dei primi, uno che amava gli ultimi». Inizia così la lettera che Michele, detenuto nel carcere di Uta a Cagliari, ha scritto di suo pugno per Papa Francesco, il giorno dopo la sua morte.
«Sei stato per noi tutti un padre che con il tuo sorriso ci hai conquistato» – prosegue il testo, in cui affetto e gratitudine si intrecciano con parole di fede e commozione. «Con le tue mani ci hai coccolati, carezze d’amore, parole di speranza e di pace» – scrive Michele. Ci manchi e ci mancherai tantissimo. Pregherò per te mio buon pastore».
La lettera, consegnata al cappellano del carcere, si chiude con una preghiera e una promessa: «Sono sicuro che il tuo Padre Divino ti accoglierà con tutti gli onori, nel suo immenso pascolo verde. Riposa in pace. Noi tutti ti ameremo come te, Francesco, ami tutti noi, gli ultimi, i poveri, i malati, i vecchi, i bambini… sono stati per te un senso della tua vita. Grazie da tutti noi ultimi per tutto quello che hai fatto per noi».
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