Intelligenza artificiale e minori: opportunità e rischi, il Monito della Santa Sede Il cardinale Parolin: «L’Ia è uno strumento entusiasmante, ma anche tremendo»

Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin (foto Vatican News)

L’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle sfide più complesse del nostro tempo, con implicazioni che coinvolgono anche i più piccoli. È questo il tema al centro di una conferenza organizzata in Vaticano dalla Pontificia accademia delle Scienze in collaborazione con la World Childhood Foundation e l’Institute of Anthropology della Pontificia università gregoriana.

Nel suo intervento, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha ribadito quanto già sottolineato da Papa Francesco: «L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia capace di straordinari benefici, ma anche di rischi enormi», ha dichiarato. «È nostro dovere garantire che essa sia utilizzata per il bene di tutti, in particolare dei più vulnerabili».

Il cardinale ha sottolineato la necessità di un’azione congiunta: «Governi, aziende tecnologiche, educatori e istituzioni religiose devono collaborare per definire normative etiche e garantire trasparenza, sicurezza e rispetto della dignità umana». In particolare, ha evidenziato i pericoli che l’Ia può comportare per i bambini, come il cyberbullismo, la violazione della privacy e il rischio di dipendenza tecnologica.

Parolin ha inoltre richiamato il discorso del Papa al G7 del 2024, in cui il Pontefice aveva messo in guardia dai pericoli di un uso incontrollato dell’Intelligenza Artificiale: «Questa tecnologia sta per rimodellare profondamente le nostre società. È essenziale che l’uomo non diventi schiavo delle macchine».

Per affrontare queste sfide, la Santa Sede chiede un impegno collettivo e globale: «Serve un’azione urgente per garantire che l’IA sia orientata al bene comune e non metta a repentaglio il futuro delle nuove generazioni».

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