I vescovi americani sfidano Trump: difendere i rifugiati più deboli La Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti avvia un'azione legale contro l’amministrazione per il blocco dei fondi ai programmi di accoglienza

Una manifestazione contro le politiche di Trump

La Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti ha intentato una causa contro l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump per la sospensione dei finanziamenti destinati al reinsediamento dei rifugiati. Questa decisione, ritenuta illegale e dannosa, ha scatenato una reazione immediata da parte della Chiesa e delle organizzazioni umanitarie.

«La nostra missione è sempre stata quella di sostenere i più vulnerabili», ha dichiarato l’arcivescovo Timothy Broglio, presidente della Conferenza episcopale statunitense. «Bloccare questi fondi – ha detto – significa abbandonare migliaia di persone che, dopo aver ottenuto uno status legale, hanno bisogno di un aiuto concreto per ricostruire la loro vita».

La causa è stata presentata presso la corte del Distretto di Columbia e sottolinea come il congelamento delle risorse violi diverse disposizioni legislative, tra cui quelle che attribuiscono al Congresso il controllo del bilancio. I vescovi chiedono il rimborso di circa 13 milioni di dollari per le spese già sostenute, sottolineando che la Chiesa ha investito oltre 4 milioni di dollari in questi programmi senza richiedere alcun risarcimento.

Il taglio dei fondi ha avuto ripercussioni immediate, con il licenziamento di almeno 50 operatori e il ridimensionamento delle strutture di Catholic Charities, l’ente che gestisce l’accoglienza per conto della Chiesa cattolica. «Non possiamo accettare che i rifugiati vengano lasciati senza assistenza a causa di una decisione ingiusta e arbitraria», ha aggiunto Broglio.

Parallelamente all’azione legale, sono nate in tutto il paese diverse iniziative di protesta. Il deputato Jesús G. Garcia dell’Illinois ha rilanciato il «Protecting Sensitive Locations Act», una proposta di legge per impedire i controlli dell’immigrazione nei luoghi di culto, negli ospedali e nelle scuole.

Intanto, le comunità cattoliche e interreligiose si stanno mobilitando con incontri, dibattiti e corsi di formazione per informare gli immigrati sui loro diritti. Le chiese offrono anche servizi di supporto per le famiglie colpite dalle restrizioni, garantendo assistenza ai bambini e fornendo pasti alle persone in difficoltà.

«La nostra battaglia non è solo legale, ma anche morale», concludono i vescovi. «Sosterremo i rifugiati con ogni mezzo possibile perché nessuno sia lasciato indietro».

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