I segnali dell’Eurobarometro alla politica dell’Unione Europea Pubblicata l'indagine commissionata dal Parlamento UE: sicurezza, economia e una maggiore coesione tra le richieste

Il logo dell’Eurobarometro

Sicurezza ed economia. Sono questi i due macro-temi che preoccupano di più i cittadini europei secondo l’ultimo rilevamento dell’Eurobarometro, il sondaggio promosso dal Parlamento Europeo, pubblicato nella mattinata di oggi, martedì 25 febbraio. I risultati restano stabili sul piano dell’importanza della difesa rispetto al periodo temporale febbraio-marzo 2024. Aumenta invece la rilevanza di economia, industria e competitività, che a livello continentale ha visto aumentare la percentuale di cinque punti. Anche se i cittadini guardano anche al ruolo dell’istituzione.

Segnali

Quanto registrato dai dati dell’Eurobarometro potrebbe diventare un segnale importante per le diverse istituzioni europee. A partire da un Consiglio che spesso è finito per essere il luogo in cui diverse questioni delicate si sono arenate. Secondo i dati, infatti, per l’89% degli intervistati gli Stati membri dovrebbero agire in modo più unito per affrontare le sfide globali, mentre per il 76% l’UE avrebbe bisogno di maggiori risorse per affrontare le sfide del futuro. La percentuale invece cala al 66% se si chiede di un’assunzione di un ruolo più importante per la prevenzione delle crisi globali. Un dato influenzato dalle differenti percezioni tra Stati: un ruolo più forte di Bruxelles sarebbe infatti positivo per l’87% dei votanti svedesi, mentre in Polonia la percentuale si abbassa fino al 44%. Tuttavia, tre quarti dei cittadini europei crede che il proprio Paese abbia avuto benefici dall’appartenenza all’Unione Europea. In generale, le statistiche complessive indicano che l’UE sia vista positivamente dal 50% degli intervistati. La percentuale era risultata più alta solo in occasione dell’analisi a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, quando il dato aveva raggiunto il 52%.

Questioni percepibili

I cittadini europei chiedono invece al Parlamento – che secondo il 62% dei cittadini europei dovrebbe avere più rilevanza – , in attesa che siano gli altri organi decisionali a prendere le scelte più impattanti, di prendere la situazione in mano. Guardando soprattutto all’aumento generale dei prezzi percepito in tutti i Paesi UE. «Le questioni economiche e di sicurezza – si legge nel documento – sono centrali anche tra i temi che i cittadini vorrebbero vedere prioritariamente affrontati dal Parlamento europeo. Quattro europei su dieci citano inflazione, aumento dei prezzi e costo della vita (43%), seguiti da difesa e sicurezza dell’Ue (31%), lotta alla povertà e all’esclusione sociale (31%) e sostegno all’economia e creazione di nuovi posti di lavoro (29%)». La percezione di un mondo in evoluzione e senza più sicurezze ha acuito una visione pessimistica sul futuro, già reso incerto da un mondo del lavoro caratterizzato da precarietà e incertezze. Anche per questo «Un terzo dei cittadini europei (33%) si aspetta un calo del proprio tenore di vita nei prossimi cinque anni, sette punti in più rispetto a giugno-luglio 2024. Questo vale per il 53% degli intervistati in Francia (+8 punti percentuali) e il 47% dei tedeschi (+15 pp)».

Bel Paese

In Italia la percentuale dei pessimisti scende all’11%, con il 76% degli intervistati che ha dichiarato come il proprio tenore di vita non cambierà. Un risultato in controtendenza, mentre sul resto delle questioni i cittadini italiani seguono il resto del Vecchio Continente. Economia e industria sono i settori in cui l’UE dovrebbe concentrarsi maggiormente per il 34% degli italiani, seguito dal 31% che dichiara come priorità difesa e sicurezza. A seguire temi come indipendenza energetica, risorse e infrastrutture. Mentre il Parlamento dovrebbe guardare soprattutto a inflazione, aumento dei prezzi e costo della vita (nella stessa percentuale della media europea: 43%); supporto all’economia e creazione di nuovi posti di lavoro (37%); difesa e sicurezza dell’Unione europea e lotta alla povertà ed esclusione sociale (entrambe 26%). Sentimenti comuni, in tutta Europa, per tutte le fasce d’età.

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Kalaritana Media