Gli «eroi del Covid» chiedono la stabilizzazione Gli operatori socio- assistenziali hanno manifestato a Cagliari

Operatore sanitario in reparto al tempo del Covid (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Prima sono stati osannati come eroi al tempo dell’epidemia Covid, ora denunciano di essere stati abbandonati.

Una cinquantina di operatori socio-sanitari (Oss), rappresentati dal sindacato Usb, chiede di essere stabilizzata.

Hanno lavorato al SS. Trinità, quello che era ospedale Covid per la Sardegna, ma anche in altri presidi ospedalieri per affrontare la lotta contro la pandemia, garantendo assistenza anche nei momenti più problematici, quando il virus sembrava non dare tregua e colpiva anche il personale sanitario: in quelle condizioni hanno lavorato alacremente senza badare ad orari e turni.

Adesso però si sentono dimenticati e chiedono alla Giunta e al Consiglio regionale di dare risposte alla legittima aspirazione di vedersi stabilizzati.

Alla base della vicenda ci sarebbe un cavillo burocratico.

A differenza di altre Asl dell’Isola, che hanno pubblicato più bandi per riconoscere il lavoro degli operatori Covid, la Asl 8 ha previsto un’unica selezione, escludendo chi non ha maturato esattamente 18 mesi di servizio alla data del bando.

Di fatto sono rimasti fuori per pochi giorni o settimane.

Una beffa, nonostante abbiano avuto anche dieci proroghe contrattuali, fino ad arrivare a 36 mesi di servizio.

Secondo il Governo è possibile stabilizzare gli Oss fino al prossimo 31 dicembre, riconoscendo loro i 18 mesi di lavoro con contratto Covid: a quanto pare però la Asl 8 non avrebbe offerto questa opportunità.

Da qui la protesta e la richiesta di stabilizzazione, nel momento in cui il Consiglio regionale si sta occupando anche di sanità.

Gli «eroi del Covid.

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