Industria

Gas metano in Sardegna: ok alla perequazione, addio dorsale, priorità a Oristano e Sud La bozza del Dpcm prevede l'arrivo in Sardegna a costi uguali al Continente, ma i sindacati si dicono prudenti

Un rigassificatore attraccato in un molo

Il metano arriverà in Sardegna agli stessi prezzi del resto d’Italia. Lo stabilisce la bozza del Dpcm sulla gassificazione dell’Isola, frutto dell’intesa tra Regione e ministero dell’Ambiente. «Un grande passo avanti», commenta l’assessore all’Industria Emanuele Cani. Più cauti i sindacati, che chiedono chiarimenti, in particolare sull’equità dell’intervento e sull’abbandono della dorsale sarda.

Il nuovo piano rinuncia infatti alla dorsale integrale: al suo posto, una “mezza dorsale” che partirà da Oristano, unico porto con fondali adatti all’attracco delle Fsru, le navi gassificatrici. Portovesme, a causa del basso pescaggio, non potrà essere utilizzato come previsto inizialmente. Una deviazione porterà il gas nel Sulcis, mentre resta incerta la realizzazione di un secondo Fsru a Porto Torres.

Il metano sarà distribuito solo nei Comuni già dotati di rete urbana, mentre altrove si punterà su fonti rinnovabili. Scelte che lasciano perplessi i sindacati: la Cisl sottolinea il rischio di un aumento del traffico su gomma, mentre la Cgil chiede garanzie per il Nord Sardegna e per la riconversione della centrale di Fiume Santo.

La Regione insiste sulla necessità della perequazione anche per il metano trasportato su gomma, considerandola una condizione non negoziabile. La partita è ancora aperta, ma l’Isola sembra finalmente vicina a una svolta attesa da anni.