Enti Locali, la Regione adegua gli stipendi Prima commissione e Giunta al lavoro per dare pari diritti ai dipendenti comunali e regionali

 

Palazzo della Presidenza della Regione Sardegna, viale Trento | Foto Regione Sardegna

Un impegno per evitare fughe e dispersione di professionalità, per ridare fiato a quei territori che anche attraverso la presenza di personale negli enti pubblici possono rimanere vivi. Il raggio d’azione della legge sul comparto unico in discussione nel palazzo di via Roma, a partire dall’omogenizzazione del trattamento economico e giuridico dei dipendenti degli enti locali a quello del personale della Regione a parità di qualifica, potrebbe essere molto ampio. Da una parte dare dignità e rilevanza al lavoro del singolo all’interno della macchina pubblica, dall’altra consentire alle comunità di percepire la presenza delle istituzioni nei loro comuni. Un’ambizione a cui la politica regionale sta guardando attraverso il lavoro della Commissione sull’Autonomia e ordinamento regionale presieduta dal consigliere del Partito democratico Salvatore Corrias e l’annunciato stanziamento per il 2027 di trenta milioni di euro.

Primo passo

«Si tratta di una misura che ci soddisfa – spiega Corrias – proporzionalmente al fatto che dopo 19 anni si dà attuazione alle previsioni della legge 9 del 2006. Noi abbiamo depositato una proposta di legge sulla quale abbiamo aperto, condotto e chiuso un ciclo di audizioni a cui è seguita la discussione del testo e sulle risorse che questo prevederà. Per il triennio 2024-2026 erano già state stanziati 52 milioni di euro, per il 2027 la quota dovrebbe raggiungere i 30 milioni». Le risorse restano l’argine più importante alla risoluzione della problematica, ma anche una problematica: «I fondi non saranno sufficienti a pareggiare i conti per i dipendenti degli enti locali, stiamo parlando di un indotto di oltre 11mila persone. Gli sforzi dovranno essere fatti compatibilmente ai bilanci della Regione. Noi però abbiamo l’intenzione di fare il nostro, sul tema poi è positivo registrare anche una buona disposizione in commissione da parte degli esponenti della minoranza».

Questione sociale

La situazione del presente, con le differenze ampie tra gli stipendi dei dipendenti comunali e regionali che hanno portato spesso all’abbandono dei piccoli centri per andare verso Cagliari, richiede un intervento sia emergenziale che strutturale. «Si tratta di un fatto di civiltà e di giustizia sociale – continua Corrias – I paesi si spopolano in maniera inesorabile, ma noi vogliamo cercare di fermare questo fenomeno attraverso le risposte della pubblica amministrazione, le sue funzioni e i suoi servizi. Si tratta di un diritto costituzionale identico a Cagliari come a Ortueri, a Sassari come a Sini. Il nostro obiettivo è duplice: dare pari dignità retributiva e giuridica ai dipendenti comunali rispetto a quelli regionali e garantire la tenuta dei servizi che lo Stato e la Regione devono ai cittadini in tutti i centri dell’Isola».

Matteo Cardia

(Da Kalaritana Avvenire del 16 febbraio)

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