Emergenza sanità, politica sarda divisa su responsabilità e soluzioni Dalle tensioni negli ospedali alle carenze nella medicina territoriale, il quadro resta preoccupante

 

Stato di agitazione, sciopero, crisi, sovraffollamento, carenza di professionisti. Sono solo alcune delle terminologie diventate parte del dizionario che descrive la quotidianità della sanità in Sardegna. Tra le corsie degli ospedali e negli studi della medicina territoriale la preoccupazione è comune. Perché assicurare il diritto alla salute in Sardegna è sempre più complesso, per tutti gli attori in campo. Una situazione che richiama alla responsabilità la politica isolana.

Una risposta da costruire

“Sicuramente è vera una cosa – precisa il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Roberto Deriu – non era possibile intervenire sul corpo malato della sanità viste le condizioni in cui l’abbiamo trovato, non con azioni di governo. È necessario un intervento legislativo che dia un nuovo clima più sereno ma anche più operativo alla sanità. Se non abbiamo fatto i miracoli, effettivamente è una nostra carenza, però è sicuro che prima qualcuno di noi ha fatto molti danni”. 

I fronti aperti per la Giunta Todde restano però diversi. Non solo tra i reparti degli ospedali dell’Isola, ma anche a causa di interi territori sguarniti ormai di un presidio medico di prossimità. Problematiche che si intrecciano fra loro e che evidenziano la condizione emergenziale del settore.

“Noi pensiamo che esistano tre livelli di problemi – chiarisce Deriu – uno è l’organizzazione generale, su cui è necessario intervenire con legge. Poi – continua l’esponente del Pd – c’è un livello di gestione concreta che ancora non è in atto perché nessun direttore generale è stato nominato da questo governo, per cui esiste uno scollamento tra la direzione politica e la direzione tecnica. Infine c’è un terzo livello che invece riguarda tutta una serie di problemi, prima fra tutti la formazione sia dei medici, sia del resto del personale non medico”. 

Un quadro generale che si scontra con la situazione attuale, in cui sono diverse le richieste di una maggiore tempestività nelle scelte. 

“A una legge così articolata invece bisogna dedicare un’attenzione specifica. La normativa va preparata non in solitudine, con due o tre persone in una stanzetta, ma sentendo tutti gli attori protagonisti, compiendo una valutazione che deve essere approfondita. Noi non promettiamo e non abbiamo promesso i miracoli a effetto – conclude Deriu – ma stiamo svolgendo un lavoro di grande approfondimento per arrivare a un risultato che sia durevole ed efficace”.

Le critiche dalla minoranza

Un giudizio non condiviso dalla minoranza in Consiglio regionale. 

“In campagna elettorale avevamo detto che il tema era molto delicato, che avrebbe richiesto un impegno importante per cercare di rimettere in piedi una sanità che aveva tutta una serie di deficit dovuti anche all’azione politica della precedente giunta, ma soprattutto a una situazione complessa del sistema a livello sia regionale che nazionale – afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu – Ma in questi sei mesi non abbiamo visto azioni concrete o proposte di chi sembrava avere qualsiasi ricetta per poter risolvere tutti i problemi, bensì solo dichiarazioni generiche in occasione di incontri, conferenze stampa che non risolvono i problemi, anzi li lasciano sul tappeto facendoli acuire”.

Mancanze e tempi stretti che secondo Truzzu stanno portando la Giunta a ripercorrere scelte intraprese nel passato. “Voglio far rilevare anche questo fatto – chiosa l’ex candidato alla presidenza della Regione – le politiche che stanno andando avanti sono quelle che sono state impostate dalla precedente amministrazione che erano abbondantemente criticate da chi oggi governa”. 

Matteo Cardia

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