Cagliari segue il trend nazionale del caro affitti, con prezzi in crescita e disponibilità sempre più limitata. Le associazioni studentesche denunciano una situazione insostenibile e chiedono interventi strutturali per garantire il diritto allo studio. L’articolo, apparso sul Kalaritana Avvenire del 16 marzo, a cura di Matteo Cardia.
Una città che segue il trend delle altre sparse in giro per la Penisola in cui i prezzi salgono vertiginosamente e in cui trovare una stanza per dieci mesi diventa simile a una caccia al tesoro. È la fotografia che le associazioni studentesche fanno di Cagliari, che da tempo aspira a diventare universitaria senza però riuscirci.
Trend negativo
«Quella che si sta configurando – afferma Maria Vittoria Pala, senatrice accademica per OpenUnica – è una situazione abbastanza tragica. Si sta seguendo lo stesso iter che si può osservare in città come Bologna e Torino. In questo momento, per colpa anche della turistificazione selvaggia, si è creata una zona grigia che non permette spesso di poter trovare un appartamento o una stanza che sia concorde al budget previsto dagli studenti o dai lavoratori». Una situazione comune anche a quei quartieri, come Is Mirrionis e San Michele, che un tempo rappresentavano un porto sicuro dal punto di vista economico. «Da giugno a ottobre scorso – spiega Luca Cannas, rappresentante di UniCaralis – più di cinquecento studenti hanno risposto a un questionario che ci ha fatto capire ancor di più la situazione. Stando alle risposte, l’affitto medio per una stanza a Cagliari è di 298 euro. Spesa da cui rimangono fuori, per il 54,6% dei votanti, le imposte. Questo fa capire come i costi vadano spesso ben oltre i 300 euro anche nei quartieri un tempo più accessibili. A complicare il quadro è il fatto che il 60,3% di chi si è espresso ha ammesso che la borsa di studio percepita non basta per vivere in città».
Soluzioni per il lungo periodo
La situazione è rimasta critica nonostante gli interventi tampone di Ersu e Regione degli ultimi mesi. «Il fitto casa portato al massimo consentito e il sussidio proposto dalla Regione per gli studenti che alloggiano in città sono – riprende Pala – soluzioni positive nel breve periodo. Dobbiamo guardare, invece, sul lungo. Cagliari ha una popolazione studentesca di 20mila persone, non è possibile una situazione delle case dello studente come quella che viviamo, con lavori bloccati e posti che possono accogliere una percentuale irrisoria del corpo studentesco. Pretendiamo tempi ridotti per gli appalti e che si facciano sforzi in più per trovare soluzioni che siano veramente utili a chi affronta spese che oscillano fra i 400 e i 450 euro mensili». Il quadro generale fa presupporre la necessità di una risposta unitaria da parte delle istituzioni. «Una soluzione – precisa Cannas – deve essere portata avanti dagli enti competenti, in primis Comune e Ersu, affinché si metta un punto a una bolla speculativa che è prossima all’esplosione. Bisognerà però fare particolare attenzione a non dipendere dalle risorse del Pnrr, che sono ormai prossime all’esaurimento».
Matteo Cardia (Articolo apparso sul Kalaritana Avvenire del 16 marzo)
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