Economia e ambiente, le sfide per il futuro Spanu (UniSS): "La dimensione locale è cruciale nella sostenibilità"

La sostenibilità non è solo una questione ecologica, ma coinvolge anche il tessuto sociale ed economico. La professoressa Sara Spanu, sociologa urbana dell’Università di Sassari analizza il rapporto tra tutela ambientale e benessere collettivo, sottolineando l’importanza di un approccio integrato e partecipato. Leggi l’intervista apparsa sull’ultimo numero di Kalaritana Avvenire.


La sostenibilità ambientale è una questione ecologica, ma anche sociale ed economica. La professoressa Sara Spanu, sociologa urbana dell’università di Sassari, analizza il legame tra tutela ambientale e benessere collettivo. 

In che modo la sostenibilità ambientale può contribuire a migliorare il benessere sociale? 

«Si tratta di due temi strettamente interconnessi, anche se spesso i progetti di tutela ambientale non considerano gli impatti sociali. Un esempio è la creazione di quartieri urbani considerati virtuosi dal punto di vista energetico, ma che spesso risultano inaccessibili economicamente per una parte della popolazione. Le città, sebbene siano ambienti ad alto impatto ambientale per via di rifiuti, emissioni e consumi energetici, sono anche i luoghi dove si concentra la maggior parte della popolazione. Pertanto, per garantire un futuro sostenibile, è fondamentale intensificare gli sforzi anche in questi contesti». 

È possibile trovare un equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e giustizia sociale? 

«Attualmente non vedo un equilibrio tra queste componenti, peraltro difficile da trovare, ma deve essere un obiettivo prioritario per le politiche territoriali. La dimensione locale è cruciale nella sostenibilità, poiché permette di adottare approcci coerenti con la realtà di riferimento specifica di ogni contesto. C’è spesso la tentazione di replicare modelli di successo senza considerare le specificità ambientali, sociali ed economiche. Prendiamo il caso di Friburgo, in Germania: un esempio virtuoso di città sostenibile, ma il successo è dovuto a politiche mirate e costanti dagli anni ‘80. Piuttosto che copiare modelli, è utile analizzare i fattori chiave del loro successo e ragionare nel merito su come affrontare specificità locali con una visione a lungo termine di problemi e criticità».

 Come possiamo garantire che le politiche ambientali non penalizzino le fasce di popolazione più vulnerabili? 

«Ritengo essenziali due strategie. La prima è il coinvolgimento costante delle amministrazioni locali nella gestione delle trasformazioni urbane, garantendo che i benefici della sostenibilità siano equamente distribuiti. La seconda è la partecipazione della popolazione. La sostenibilità non riguarda solo la tutela dell’ambiente, ma anche l’equità sociale ed economica. Per questo, le politiche devono basarsi il più possibile su processi inclusivi di discussione pubblica. In Italia, tra la fine degli anni ‘90 e i primi anni 2000, abbiamo vissuto una interessante stagione di pianificazione strategica partecipata nelle città, che purtroppo si è poi affievolita». 

Coinvolgere i diversi attori nei territori può facilitare la creazione di politiche efficaci e condivise. Quali sono le condizioni per una sostenibilità efficace e inclusiva? 

«Sono diversi gli aspetti da considerare. Fra questi certamente la capacità di programmare nel lungo periodo e di pianificare gli interventi tenendo conto del contributo che i territori sono in grado di offrire».

Maria Luisa Secchi

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