Giovedì 17 ottobre, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni della Cei, ha tenuto il periodico incontro formativo per il clero cagliaritano sul tema «Il ministero via permanente di formazione».
Nel suo intervento don Gianola ha invitato i sacerdoti a considerare la formazione permanente come un viaggio che non si riduce a semplici aggiornamenti o miglioramenti psicologici. «La formazione permanente del clero non è un semplice aggiornamento sui diversi aspetti della vita e del ministero del presbitero», ha affermato Gianola, evidenziando che questo processo deve abbracciare la complessa realtà in cui i presbiteri vivono il ministero.
Uno dei punti centrali dell’intervento è stato l’invito a vivere il ministero non come un compito da svolgere, ma come una pagina da cui far emergere l’annuncio della salvezza. Ha descritto il ministero come un’opera artigianale, sottolineando che la formazione non può seguire procedure standardizzate, ma deve essere plasmata in base al contesto specifico in cui si opera.
Un aspetto interessante toccato da Gianola è stato quello dell’umiltà come un pilastro della formazione permanente, ponendo l’accento su un concetto inusuale, ma profondo: l’umiltà legata all’umorismo. Citando Madeleine Delbrêl, ha ricordato come l’umorismo, spesso ritenuto fuori luogo in ambito spirituale, possa invece essere uno strumento utile per avvicinarsi alla vita cristiana con leggerezza e verità: «Quando riconosciamo quello che siamo, sarebbe ridicolo non avere un po’ di umorismo nel nostro amore».
Infine, Gianola ha invitato i presbiteri a vivere la formazione permanente come un percorso in cui non si cresce individualmente, ma insieme, come comunità di presbiteri uniti sotto la guida del vescovo. La consapevolezza di appartenere a un presbiterio locale è fondamentale per costruire una fraternità autentica e operativa.
Giulio Madeddu
© Copyright Kalaritana Media