
Dopo «Educazione digitale», parte un nuovo Mooc – Massive online open course, un corso online gratuito che approfondisce i temi del digitale con le sue implicazioni multidisciplinari: (Post)Digitale comunicazione, educazione ed etica.
A promuovere il corso sono l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e il Cremit – Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia – dell’Università Cattolica. Il MOOC punta ad affrontare le dinamiche post-digitali, le esperienze e le contaminazioni tra umano, digitale e artificiale, riflettendo sulle modalità di interazione, formazione e mediazione culturale. Si rivolge a operatori pastorali, giornalisti, professionisti della comunicazione, animatori, educatori, insegnanti, studenti universitari, genitori. Linguaggi, esperienze mediali, web sociale, educazione digitale, ma anche comunicazione nella Chiesa e nelle professioni del giornalismo sono i temi centrali del corso che ospita le voci di studiosi, professionisti ed esperti nel campo della comunicazione, dell’educazione e dell’etica.
«In un momento così complesso, ma allo stesso tempo affascinante, intendiamo rinnovare una chiamata che diventa patto per la responsabilità – aggiunge Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Cei. Questa nuova iniziativa si inserisce nel solco di una tradizione consolidata: oltre a rappresentare l’evoluzione naturale del corso Anicec, avviato circa vent’anni fa per preparare gli animatori della cultura e della comunicazione e poi allargato a tutti gli operatori pastorali, è un progetto di formazione ed educazione per conoscere meglio il contesto comunicativo in cui viviamo e abitarlo al meglio delle possibilità. Infine, è uno stimolo a sviluppare un maggiore senso critico rispetto al digitale».
«Il termine post-digitale – sottolinea Alessandra Carenzio, responsabile della linea di ricerca di pastorale digitale del Cremit – indica una fase in cui il digitale non è più una novità: la distinzione tra mondo fisico e digitale si sfuma, portando a una nuova concezione della tecnologia come parte integrante della nostra esperienza umana, sociale e culturale. Il concetto, dunque, non implica la fine del digitale, ma segnala il suo intreccio profondo con le dinamiche sociali, educative, economiche e culturali. Una fase, questa, che richiede un’analisi più critica e consapevole».