Diànoia. L’appuntamento settimanale con le riflessioni del vescovo Giuseppe Il tema della speranza al centro delle parole dell'Arcivescovo

Il tema della speranza, che ci impegna e ci accompagna lietamente lungo l’Anno Santo, ci consente di esplorare profondamente la dimensione umana e cristiana della nostra esistenza. La speranza è intimamente legata alla felicità: come ricorda il catechismo della Chiesa cattolica.

Imparare a sperare significa assimilare il linguaggio della felicità, coltivare l’attesa, familiarizzare con il desiderio del bene. Ma per sperare davvero, affermavano i Padri della Chiesa, è necessaria anche la magnanimità.

San Basilio predicava che la grandezza dell’uomo consiste nel riconoscere ciò che è veramente grande, nel legarvisi e nell’invocare la gloria dal Signore della gloria. La tentazione, invece, è quella di rassegnarsi alla mediocrità, dimenticando l’altissima vocazione dell’uomo: partecipare alla conoscenza e all’opera salvifica di Dio. Pier Giorgio Frassati ammoniva a vivere, non vivacchiare, anche a costo dell’errore e della sofferenza.

Il Papa, evocando la sua figura, invitava i giovani a non adattarsi passivamente, ma a coltivare una sana inquietudine, a desiderare una vita bella e piena. Non si tratta di eroismo, ma di vivere anche le cose quotidiane con uno scopo alto. Come fa un genitore che lavora per amore del figlio, così ogni vita può diventare grande se animata dalla speranza. Diceva santa Caterina: «Non accontentatevi delle piccole cose, perché Dio le vuole grandi».

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