Decaro porta in scena il teatro di De Filippo Tournée di cinque giorni nell'isola per l'attore campano

Enzo Decaro in scena | Foto Sollima/Cedac

Una tournée che attraversa la Sardegna, cinque tappe per portare in scena un classico della tradizione teatrale italiana. Enzo Decaro interpreta «Non è vero ma ci credo», celebre commedia di Peppino De Filippo, in un adattamento che sposta l’azione dagli anni ‘30 agli anni ‘80, per restituire in chiave più contemporanea il tema della superstizione e delle fragilità umane.

L’irripetibilità dello spettacolo dal vivo

«È un classico del teatro, non solo napoletano, ma italiano ed europeo, e come tutti i grandi classici ha quelle incredibili caratteristiche che lo rendono contemporaneo in ogni epoca» spiega l’attore ai microfoni di Radio Kalaritana. La tournée ha già toccato Carbonia, Nuoro, Olbia, Tempio Pausania e si conclude questa sera (domenica 29 marzo, ndr) alle 21 al teatro Ballero di Alghero. Un viaggio che, secondo Decaro, ha offerto una sorpresa inaspettata. «Devo subito – afferma l’attore – sfatare la solita, abituale riservatezza del pubblico sardo, che invece si è rivelato entusiasta ed espansivo. Ritrovare il teatro vivo in un mondo che sta diventando sempre più digitale è un’esperienza bellissima. Lo spettacolo dal vivo, quell’incontro irripetibile tra attore e spettatore, resta un grande privilegio per chi lo fa e per chi lo riceve».

La scelta del ritorno indietro nel tempo

L’adattamento dello spettacolo rispetta una consuetudine adottata dallo stesso Peppino De Filippo e dal figlio Luigi, che nei vari allestimenti della commedia hanno sempre scelto di «retrodatare» la vicenda di qualche decennio. «Abbiamo scelto gli anni ‘80, un periodo speciale per Napoli: c’era – racconta Decaro – il bene alla massima potenza, ma anche il male alla massima potenza. Era una città piena di contraddizioni, dove convivevano Giorgio Napolitano e la nuova camorra organizzata, Pino Daniele e Mario Merola. Era un’epoca di grande fermento culturale e musicale, che oggi rivediamo con occhi diversi».

La forza del teatro

Il tema della superstizione, centrale nella commedia di De Filippo, viene così calato in un’epoca recente, dove il contrasto tra credenze popolari e razionalità assume nuove sfumature. «Certo, cambiano le abitudini scaramantiche, cambiano le superstizioni, ma la grande difficoltà di rimanere in equilibrio tra credenza e verità resta un compito per ogni generazione» afferma Decaro, sottolineando come il teatro riesca a parlare a tutte le epoche. «Non si capisce perché – evidenza l’attore – ancora oggi continuiamo a rappresentare Molière o Shakespeare: non solo erano lo specchio del loro tempo, ma dentro avevano qualcosa di universale». Uno spettacolo senza tempo, dunque, che grazie alla regia di Leo Muscato e alla produzione di «I due della Città del Sole», si rinnova ancora una volta, mantenendo intatta la forza di un testo che continua a parlare al pubblico che oggi riempie i teatri.

Antonio Lorrai (Articolo apparso sul Kalaritana Avvenire del 29 marzo)

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