È andato in scena, al Teatro Massimo di Cagliari, uno spettacolo molto particolare. «Dove arrivano le bombe», a cura di Cada Die Teatro, è un testo molto originale che richiama, in modo chiaro ed esplicito, quanto avvenuto a Cagliari nel 1943, quando la città era diventata bersaglio dei bombardamenti da parte delle forze anglo-americane. Una scia di morte e di distruzione che aveva portato alla drammatica decisione, da parte delle autorità, di procedere allo sfollamento della popolazione verso le zone interne della regione.
Liberamente ispirata agli scritti di Emilio Lussu, l’opera è stata portata in scena, nelle mattine di lunedì e martedì scorso, per le scolaresche. Un modo per rendere anche gli studenti partecipi dei drammi della guerra. Ma anche per vivere una drammatica pagina di storia. «L’opera è nata – racconta il regista Alessandro Lay – da un progetto iniziato tanti anni fa con Pierpaolo Piludu che è uno degli attori dello spettacolo, nonché uno degli autori del testo. Abbiamo voluto raccogliere le memorie di chi era bambina o bambino nel 1943 e si è visto distruggere la propria casa o avuto lutti in famiglia a causa delle bombe. È così iniziata questa raccolta che ormai conta non so quante centinaia di ore di videoregistrazioni e da lì sono nati una serie di spettacoli. L’ultimo in ordine di tempo è “Da dove arrivano le bombe”, uno spettacolo che alterna video e foto della città distrutta con la parte recitata. Si realizza insomma un’interazione anche se rimane principale la figura dell’attore o dell’attrice, tre in tutto, che si alternano in scena».
Uno spettacolo dunque che ha lo scopo di sensibilizzare il pubblico in sala intorno al drammatico tema della guerra. Punto di partenza è l’opera di Emilio Lussi «Marcia su Roma e dintorni». «Abbiamo preso – evidenzia Lay – la la parte dell’opera che che va dalla fine della prima guerra mondiale fino al mese di ottobre del 1922, quando, dopo la marcia su Roma, il re regala l’Italia Mussolini. Nella seconda parte invece ci sono i tre racconti sulle varie memorie delle bambine e dei bambini testimoni dei fatti accaduti a Cagliari nel 1943».
Andrea Pala
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