Crisi industriale nel Sulcis: sindacati e MIMIT a confronto Angioni (FSM CISL): "Siamo nel tempo delle decisioni, senza queste si rischia il disastro sociale"

Gli interessi per proseguire nelle attività industriali dell’area di Portovesme sono più che presenti. Questo quanto affermato durante l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha visto la partecipazione dei sindacati sul futuro dell’intero comparto industriale sulcitano. La strada però è ancora lunga, con i sindacati che vigilano su una situazione ancora incerta.

Primo passo

«L’incontro al MIMIT- precisa, ai microfoni di Radio Kalaritana, Marco Angioni, segretario generale FSM CISL – è stato importante, perché si è rimessa al centro la vertenza. Dal 27 dicembre non arrivava nessuna notizia e questo ha preoccupato noi e le imprese d’appalto, che sono le prime a subire un condizionamento forte, ancor di più senza una prospettiva di un ammortizzatore sociale. Per questo si sono generate poi tutte le iniziative dei metalmeccanici per far sì che quel tavolo avesse una valenza nella direzione che vogliamo e negli impegni che dobbiamo assumere. Oggi ci conforta che il MIMIT ha confermato come si stia lavorando per il superamento delle criticità di Glencore e SyderAlloys. Ma dobbiamo tenere alta l’attenzione».

Futuro e necessità di decisioni

Il prossimo appuntamento sarà ad aprile, mese in cui potrebbero esserci delle novità sulle società interessate alla Portovesme Srl. «Il prossimo incontro sarà il 23 aprile per fare il punto su due diligence, non sappiamo però le società che si stanno interessando a rilevare la parte di produzione di zinco in mano ora alla Glencore – afferma Angioni – Il pericolo è però latente e noi non ci possiamo permettere passi falsi per il numero di lavoratori coinvolti in questa situazione».

Necessità di decisioni

Per questo, secondo i sindacati, è necessaria un’azione politica forte, che scelga la strada da percorrere.  «Ormai è tempo di decisioni, dopo che sul tavolo sono state presentate e valutate le diverse situazioni e opzioni – precisa Angioni – Se non si trova una soluzione si rischia il disastro sociale senza precedenti. Siamo all’interno di una tempesta perfetta dove SyderAlloys, Euroallumina, Portovesme Srl, Centrale Enel di Portovesme visto il phaseout dal carbone nel 2028, vivono momenti complessi. È tempo di decidere la strada – conclude il segretario dei metalmeccanici Cisl – per rimettere in sesto e in piste quelle attività che sono cruciali per il futuro dell’intero Paese».

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