Emergenza

Crisi idrica, Cualbu (Coldiretti): no ad agricoltori di serie B, serve equità nell’uso dell’acqua La Nurra in sofferenza: senza infrastrutture e riuso dei reflui, l’agricoltura rischia lo stop

La crisi idrica nel nord della Sardegna, e in particolare nella regione della Nurra, assume contorni sempre più critici. La mancanza d’acqua sta mettendo a rischio l’avvio della nuova campagna agricola, come sottolineato dal presidente regionale di Coldiretti, Battista Cualbu, in un’intervista rilasciata a Radio Kalaritana. La situazione è aggravata, in questa zona della regione, dalla difficoltà di recuperare risorse idriche alternative, come l’acqua dei reflui e dei pozzi.

In un contesto così delicato emerge il timore che si possano creare disparità tra gli agricoltori, distinguendo tra quelli che riceveranno l’acqua e quelli che dovranno farne a meno. Coldiretti, invece, auspica una distribuzione equa, affinando le restrizioni in modo da non penalizzare una parte del settore agricolo a discapito di un’altra.

«Non siamo d’accordo nell’andare a selezionare agricoltori di serie A e di serie B, nel dare l’acqua ad alcune colture, ad alcune aziende, e ad altre meno. Se c’è da fare un sacrificio, riteniamo sia più giusto suddividerlo tra tutti», ha affermato il presidente di Coldiretti.

A peggiorare la situazione vi è il paradosso della gestione delle risorse idriche: mentre alcune aree soffrono una grave scarsità d’acqua, altre devono affrontare il problema opposto, ovvero il deflusso delle riserve idriche nei mari a causa della mancanza di adeguate infrastrutture di stoccaggio e interconnessione tra i bacini.

«Certo che vedere in alcuni bacini l’acqua che finisce a mare perché non si riesce ad invasarla o perché non vi sono le interconnessioni tra un bacino e l’altro, crea veramente non poca irritazione tra gli allevatori, anche perché ricordo le dighe sono state costruite con i sacrifici degli stessi agricoltori», ha sottolineato Cualbu.

Pur riconoscendo la priorità dell’uso idropotabile civile rispetto a quello agricolo, il presidente di Coldiretti mette in guardia contro il rischio che si scateni una «guerra tra poveri» per la gestione dell’acqua.

«Per carità, l’utilizzo idropotabile civile viene prima di quello agricolo, ma speriamo non si vada avanti con una guerra tra poveri sull’utilizzo della risorsa», ha dichiarato Cualbu.

La situazione impone un intervento immediato e strategico da parte delle istituzioni per evitare che la crisi idrica degeneri ulteriormente, compromettendo sia il settore agricolo che il benessere delle comunità locali.

Un aspetto cruciale della soluzione al problema, secondo Coldiretti, è l’utilizzo efficace dei fondi del PNRR per migliorare le infrastrutture idriche territoriali. Attualmente, si stima che il 40% dell’acqua invasata venga dispersa a causa delle inefficienze delle reti.

«Da tempo chiediamo che vengano utilizzati questi fondi, proprio perché il 40% dell’acqua invasata viene buttata a causa delle reti colabrodo e proprio perché c’è la necessità di collegare in interconnessione questi bacini», ha concluso Cualbu.

Andrea Pala

Kalaritana – Avvenire di domenica 6 aprile 2025