Nel 1977 nasce a Cagliari il Consultorio familiare diocesano, un progetto pionieristico promosso dalla Chiesa locale, avviato quando strutture pubbliche di questo tipo non esistevano ancora. Tra i primi servizi offerti c’era anche quello che prevedeva la presenza di un ginecologo in sede, svolgendo così un ruolo fondamentale per chi non poteva permettersi altre cure.
Parla la presidente Lauterio
La presidente, Simona Lauterio, spiega che «con l’evoluzione della società e l’arrivo dei consultori pubblici, anche quello diocesano ha adattato la propria offerta, concentrandosi oggi su accoglienza, ascolto e accompagnamento».
I numeri
Le persone seguite nel corso dell’ultimo anno, all’interno dei percorsi di consulenza, sono state 162, di cui 97 donne, 38 uomini, 27 tra coppie e famiglie, per un totale di circa 810 ore. Oltre a tanti primi incontri che non hanno avuto seguito in percorsi strutturati. La prima accoglienza telefonica (15 ore settimanali) ha richiesto circa 600 ore di presenza, alle quali va aggiunto l’impegno di ciascun volontario per partecipare alle riunioni d’èquipe, ai momenti di formazione, al direttivo ed alle assemblee.
«La struttura – prosegue Lauterio – fornisce supporto per difficoltà relazionali, problemi pratici come la ricerca di lavoro e questioni legate alle dipendenze di diverso tipo, soprattutto quelle legate alla ludopatia e al gioco d’azzardo. Un servizio essenziale è inoltre quello di mediazione tra gli appuntamenti del servizio pubblico, offrendo un punto di riferimento a chi non può attendere lunghi tempi tra una visita e l’altra».
Il Consultorio oggi
Oggi, il consultorio conta su 16 professionisti tutti volontari, tra cui consulenti familiari, psicologi e legali. Accanto a loro, cinque operatori di segreteria svolgono un prezioso lavoro di accoglienza telefonica, fondamentale per il primo contatto.
I volontari
La presidente spiega inoltre che «il consultorio si distingue per l’attenzione alla formazione continua della propria èquipe, con momenti di supervisione e aggiornamento. Questo impegno formativo – dettaglia – è reso possibile anche grazie ai fondi messi a disposizione dall’8xmille, e mira a garantire un’accoglienza non solo professionale, ma calda e familiare».
Alcuni volontari operano anche in altre realtà affini con le quali è importante fare rete.
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