Con Casa di Elisa matura la speranza L'associazione, nata nel 2004, dal 2018 gestisce una struttura dedicata a chi aspetta o si è sottoposto a trapianto

Una foto della struttura | Foto elisadeiana.com

La più grande sofferenza si può trasformare nella più grande solidarietà. La Casa di Elisa accoglie chi è in attesa di trapianto, i trapiantati e anche i familiari accompagnatori. 

La storia

Questa realtà è stata inaugurata nel giugno 2018 grazie all’associazione Elisa Deiana la quale «nasce – spiega il presidente Alberto Deiana – da un grande dramma familiare. Abbiamo perso 21 anni fa nostra figlia Elisa, ventenne, a seguito di un incidente stradale. Lei in vita aveva espresso la scelta di donare gli organi, e di conseguenza quando si è verificato il dramma, per noi è stato immediato porre una firma e donare il consenso per il prelievo dei suoi organi, in modo da rispettare la sua volontà. Poco tempo dopo come genitore mi sono posto la domanda: cosa posso fare per tenere viva la memoria di Elisa? Così ho deciso di fondare un’associazione a lei intitolata». L’organizzazione muove i primi passi nell’agosto 2004 e si occupa di promuovere e diffondere la cultura della donazione e del trapianto di organi. Da questo impegno nasce anche l’idea «di costruire – afferma Deiana – una casa di accoglienza in grado di ospitare a titolo gratuito persone in attesa di trapianto, trapiantati e familiari accompagnatori che si rivolgono al centro trapianti di Cagliari. La struttura è stata inaugurata nel 2018, realizzata senza finanziamenti pubblici, solo grazie al sostegno di tante donazioni provenienti in modo particolare dai fondi nazionali del 5xmille». 

Punto di riferimento

L’associazione lavora in rete con gli ospedali, garantendo anche un servizio di trasporto. «La nostra struttura – dettaglia Deiana – si trova a Soleminis, a circa 15 chilometri dall’ospedale Brotzu. Quando le persone non hanno mezzo proprio accompagniamo i familiari e i pazienti in struttura, e li andiamo a riprendere». L’associazione inoltre è impegnata nella diffusione e nella sensibilizzazione alla cultura della donazione anche tra i più giovani e lo stesso Deiana racconta che spesso «veniamo invitati nelle scuole secondarie di secondo grado a raccontare la nostra testimonianza, per sensibilizzare su questo tema. E ogni anno siamo impegnati nella distribuzione, nei locali commerciali di quasi tutti i comuni della Sardegna, le tessere del donatore: oltre 5 milioni quelle ad oggi distribuite». Casa di Elisa accoglie persone provenienti non solo dalla Sardegna ma anche da altre regioni d’Italia, costituendo un punto di riferimento importante, dall’apertura ad oggi si contano oltre 5mila soggiorni. «Ciò che facciamo – conclude Deiana – è solo una goccia nell’oceano. Nella nostra società c’è un grande bisogno di sensibilizzare le persone alla donazione, in caso di necessità. Oltre a dare sollievo agli altri, la scelta di donare, ovvero sapere di poter salvare altre vite, dà sollievo anche a noi familiari che purtroppo continuiamo ad andare avanti senza nostra figlia»

Maria Chiara Cugusi (Dal Kalaritana Avvenire del 29 marzo)

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