«Chiedimi se sono felice»: una serata di inclusione e gioia per la Giornata delle persone con disabilità Incontro diocesano martedì alle 16.30 in Seminario per promuovere riflessione e condivisione all'interno di una rete solidale

Un momento di festa per la Giornata internazionale delle persone con disabilità (foto Vatican News) e, nel tondo, don Vittorio Quaranta

«Chiedimi se sono felice». È il tema scelto dall’Ufficio diocesano per l’inclusione delle persone con disabilità che martedì, dalle 16.30 nell’Aula magna del Seminario in via monsignor Cogoni, attende quanti desiderano partecipare al primo incontro diocesano di festa e confronto, organizzato in concomitanza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità.

Obiettivo dell’incontro è quello di promuovere l’inclusione e valorizzare le capacità di tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità. «Dopo l’incontro dello scorso 25 ottobre – afferma don Vittorio Quaranta, responsabile dell’Ufficio – nel quale abbiamo iniziato a incontrare i responsabili di alcune delle realtà presenti in diocesi, ora facciamo incontrare i nostri ragazzi, i nostri giovani, i nostri adulti, le famiglie che sono coinvolte in questa esperienza proprio perché insieme si può riflettere bene, si può immaginare e anche sognare. Ma non in modo utopico bensì avendo ben in mente quale è il sogno che, insieme, vogliamo realizzare».

Si realizza quindi, nella serata di martedì, un momento di gioia all’insegna del valore della condivisione. «Con questa iniziativa – evidenzia don Vittorio – si vuole intanto annullare uno stigma che a volte abbiamo. E cioè pensare che una persona, in quanto porta con sé una disabilità, ma anche una famiglia, perché, al suo interno, vede un figlio o una figlia disabile, non possa fare esperienza della felicità. Il tema scelto per questo primo incontro, “Chiedimi se sono felice”, nasce da un libro che è frutto di tante famiglie che vivono l’esperienza della disabilità. Fra le pagine si legge anzitutto un confronto fra le loro esperienze, mettendo in mostra che non solo è possibile essere felici, ma addirittura che le persone con disabilità, e questa è proprio anche la mia esperienza personale negli anni in cui ero a Roma accanto a loro, possono aiutare i cosiddetti giovani normodotati a riscoprire il valore di tante cose che riguardano la vita».

La serata di martedì è quindi anzitutto un momento di accoglienza per le associazioni, per le persone con disabilità, per le famiglie, con l’obiettivo di raggiungere tutti quanti operano in questo settore. «Condivideremo – anticipa don Vittorio – alcune esperienze in modo da costruire una rete fra di noi. Solo conoscendoci, ascoltandoci e comprendendoci possiamo immaginare come sostenere, anche come Chiesa, un percorso non solo spirituale, in virtù di un cristianesimo che è incarnazione anche umana e progettuale. Alcuni rappresentanti della pastorale giovanile hanno già preparato un momento di saluto ai partecipanti all’iniziativa di martedì. Progressivamente lavoreremo come Ufficio per creare altri momenti di comunione, perché il principio fondamentale è proprio l’inclusione in tutte le realtà».

Andrea Pala

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