Appare sempre più complessa la situazione all’interno del carcere di Uta vissuta dai detenuti e dagli agenti di Polizia penitenziaria. Ultimo episodio di tensione, quello denunciato dalla UilPa nella giornata di sabato 1 marzo, con tre agenti che sono rimasti contusi dopo un’aggressione da parte di un detenuto con problemi psichiatrici.
La dichiarazione
Così arriva una nuova denuncia da parte della Garante dei detenuti della Sardegna Irene Testa.
«La situazione all’ interno della struttura purtroppo si conferma di estremo disagio determinato dagli innumerevoli problemi legati al sovraffollamento – afferma la Garante in un comunicato – Sussiste una condizione di estrema povertà per diversi detenuti; c’è chi, straniero, non ha vestiti e scarpe». Al quadro generale si unisce quello legato alla specificità dei detenuti affetti da disagi psichici. «I numerosi detenuti con patologie psichiatriche molto spesso sono confinati in celle lisce, senza materasso e senza cuscino. Questo è il percorso loro riservato, piuttosto che da un’assistenza sanitaria, dal sistema penale: costretti a dormire in una branda in ferro anziché poter essere curati nelle strutture idonee a trattare il disagio».
Le problematiche per la Polizia penitenziaria
A pagare le conseguenze di una gestione non positiva è in primis il corpo di Polizia penitenziaria: «Non si può in questo tralasciare di ricordare la condizione in cui sono costretti a lavorare gli agenti in queste sezioni – rileva Testa – Ieri un agente aveva il viso pieno di lividi perché un detenuto in escandescenza gli ha scagliato contro un tavolo; un detenuto malato con disturbi psichiatrici gravi che non dovrebbe trovarsi in carcere».
La questione sanitaria
Testa lancia un ultimo appello guardando soprattutto alle ultime vicissitudini legate all’assistenza sanitaria, indebolita anche dall’assenza di un dirigente da alcune settimane.
«In un tale clima di abbandono generale da parte delle Istituzioni – continua Testa – si acuiscono ancor più i gravi problemi legati alle dimissioni della Dirigente sanitaria, ormai di alcune settimane addietro. È una situazione che paralizza l’intero istituto con oltre 750 detenuti. Non possono essere chiuse le relazioni sanitarie, vi sono detenuti che attendono visite urgenti e non ricevono risposte, non possono essere verificate le istanze di incompatibilità con il carcere, sono bloccate le richieste di osservazione psichiatrica. Una tale condizione rappresenta un’emergenza inaccettabile che deve essere risolta nell’immediato. Se la ASL 8 di Cagliari, a cui ho già scritto – conclude Testa – non è in grado di dare risposte, chiedo alla Procura Generale di intervenire su quella che si configura come una grave violazione dei diritti umani e di privazione del diritto alle cure che deve essere garantito a tutti, anche a chi è privato della libertà personale».
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