
Caro bollette luce e gas (foto SIR/Marco Calvarese)
L’aumento dei costi energetici continua a pesare su famiglie e imprese, spingendo il governo a intervenire con un doppio provvedimento: aiuti economici nel breve termine e un piano per il ritorno al nucleare.
Il primo intervento prevede un decreto-legge da 3 miliardi di euro per ridurre l’impatto delle bollette, mentre 1,6 miliardi saranno destinati alle famiglie e 1,4 alle imprese, con contributi fino a 500 euro per i nuclei più fragili. Anche le Pmi beneficeranno di un taglio degli oneri di sistema del 20%. Inoltre, per calmierare i costi dell’energia, il governo si impegna a rinunciare all’Iva oltre una certa soglia di prezzo, utilizzando il risparmio per abbattere i costi delle bollette. Previsto anche un rinvio di due anni per il passaggio al mercato libero dell’energia per i clienti vulnerabili.
Accanto agli aiuti immediati, il governo guarda al futuro con una strategia energetica di lungo periodo. Un disegno di legge-delega introduce il concetto di “nucleare sostenibile”. La normativa prevede la realizzazione di un programma nazionale per disciplinare sperimentazione, costruzione e gestione delle nuove centrali, con un approccio basato sull’economia circolare. «Verranno adottati decreti legislativi entro 12 mesi per regolare l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile», riferisce il ministero dell’Ambiente.
Il ritorno al nucleare è un tema che divide: dopo i referendum del 1987 e del 2011, si tratta di una svolta significativa. Mentre il governo sottolinea la necessità di diversificare le fonti energetiche per garantire sicurezza e sostenibilità, le opposizioni parlano di un intervento tardivo e inefficace. Legambiente definisce la scelta «antistorica e ideologica». Il dibattito si preannuncia acceso, dentro e fuori dal Parlamento.
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