Battaglia (Legambiente): “Premiamo i comuni che riciclano” In aumento i comuni sardi virtuosi nella raccolta differenziata

Un momento dell’Ecoforum di Legambiente | Foto Facebook Legambiente Sardegna

 

La Sardegna conferma il suo impegno nella gestione sostenibile dei rifiuti, con numeri in crescita sulla raccolta differenziata e un aumento dei comuni premiati per le buone pratiche. All’Ecoforum 2024, Legambiente Sardegna ha illustrato i dati e le sfide future per un’isola sempre più green. Leggi l’articolo uscito sul numero di Kalaritana Avvenire del 2 marzo.


La Sardegna è sempre più virtuosa nell’economia circolare, con l’aumento della raccolta differenziata e della riduzione dei rifiuti urbani. A dirlo è Legambiente Sardegna che, lo scorso 17 febbraio, ha organizzato a Sassari la settima edizione dell’Ecoforum, momento annuale di confronto e scambio di buone prassi.

L’impatto dell’economia circolare

«Economia circolare – spiega la presidente Marta Battaglia – significa passare da un modello lineare a un modello appunto “circolare” che permette il riutilizzo di ciò che altrimenti andrebbe smaltito, in modo da generare nuovo valore nel ciclo produttivo. Ma significa anche partire dall’origine, ovvero dalla progettazione di prodotti in modo diverso, affinché siano recuperabili e riutilizzabili con diversa funzione: perciò essa è correlata alla ricerca». L’Ecoforum «riguarda – sottolinea ancora Battaglia – l’ultimo pezzo dell’economia circolare, ovvero i rifiuti, diventando un’occasione di confronto che spinge a migliorar si sempre di più: si parte dall’analisi dei numeri per raccontare storie, progetti e azioni concrete».

Comuni ricicloni in aumento

Durante l’iniziativa, la premiazione dei comuni più virtuosi, i cosiddetti «ricicloni». «I comuni sardi – afferma la presidente regionale di Legambiente – sono diventati sempre più bravi nella raccolta differenziata, con l’Isola che si colloca al terzo posto in Italia. Secondo gli ultimi dati disponibili oltre il 50% di essi non solo sono riusciti a raggiungere il 65%, che è l’obiettivo di legge raggiunto ormai da 372 comuni sardi, ma hanno superato l’80%, che è la soglia del 2029. Per ciò, da qualche anno, i riflettori sono puntati sui comuni “Rifiuti free”, ovvero quelli che riescono a contenere i rifiuti indifferenziati sotto una determinata soglia (non oltre 75 kg/abitante di indifferenziato avviato a smaltimento)». In tutto sono 222 i comuni premiati, e tra questi, è stato dato particolare risalto a 37 realtà, tra aree interne, costiere, capoluoghi e hinterland che oltre a raggiungere e superare le soglie hanno dimostrato ulteriormente di poter migliorare di anno in anno. Tra questi anche i comuni della Città Metropolitana di Cagliari, in cui si registra una media del 78% della raccolta differenziata e di 95 kg annuo di indifferenziato: cinque di questi sono appunto «rifiuti free», con oltre l’80% di raccolta differenziata e un totale di rifiuti a smaltimento inferiore o uguale a 75 kg annui per abitante. Nell’Isola complessivamente il numero dei comuni «Rifiuti free» nel 2023 si è arricchito di 20 territori in più rispetto all’anno precedente. E se nel 2022 erano 170 i comuni che potevano vantare l’80% di raccolta differenziata, nel 2023 sono diventati ben 206.

Tutta l’Isola

Oltre ai cinque della Città metropolitana di Cagliari, 54 in provincia di Nuoro (58% della popolazione provinciale), 64 in provincia di Oristano (38%), 30 in provincia di Sassari (12%), 69 nel Sud Sardegna (47% della popolazione). «Incoraggiante – afferma la presidente – è anche il fermento a livello impiantistico, che rende concreta la possibilità di chiudere in Sardegna il ciclo di componenti importanti dei nostri rifiuti urbani, ma dovranno essere messi in campo ulteriori sforzi e adeguate risorse per impattare su quelle filiere ancora scoperte e per sottrarre alla discarica e alla termovalorizzazione quote di rifiuti sempre più significative». Legambiente Sardegna lavora in modo costante sulla «informazione e sensibilizzazione: tutto ciò che facciamo – conclude Battaglia – diventa un’occasione per costruire una cultura diffusa». 

Maria Chiara Cugusi

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