Bambini ucraini accolti in Italia: solidarietà e speranza Il progetto «È più bello insieme» e l'impegno della Caritas per i minori tornati dalla Russia

Un gruppo di bambini ucraini (foto Caritas italiana)

L’Italia si conferma terra di accoglienza per i bambini ucraini fuggiti dal conflitto. Grazie al progetto «È più bello insieme», oltre 600 minori trascorreranno un periodo di riposo e rigenerazione nelle diocesi italiane. Un’iniziativa solidale che, negli ultimi tre anni, ha coinvolto più di 1.300 ragazzi, offrendo loro un’opportunità di serenità lontano dalla guerra.

Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Avvenire, nella quale ha sottolineato la rilevanza di questa iniziativa umanitaria, che per il 2025 punta ad accogliere anche bambini rientrati dalla Russia. Questi minori, secondo Kiev, sono stati deportati dai territori occupati e oggi rappresentano uno degli aspetti più delicati del negoziato umanitario sostenuto dalla Santa Sede.

«Sono i ragazzi a pagare il prezzo più alto dei conflitti. Stanno crescendo tra le bombe, traumi e perdite. Per questo, costruire il futuro significa investire in relazioni e amicizia sociale, soprattutto tra i giovani», ha dichiarato don Pagniello. L’accoglienza, dunque, non è solo un gesto di solidarietà, ma un atto di resistenza contro la distruzione e la disumanizzazione della guerra.

Ettore Fusaro, operatore di Caritas Italiana in Ucraina, ha lanciato un allarme sulle crescenti difficoltà umanitarie: “Il rischio è che il Paese venga abbandonato. L’attenzione internazionale si concentra sugli aspetti politici e militari, trascurando le necessità della popolazione, che ha sempre più bisogno di aiuti”. La riduzione dei fondi per la cooperazione umanitaria, aggravata dal taglio degli aiuti statunitensi ed europei, sta mettendo in difficoltà i programmi di assistenza.

In risposta, Caritas Italiana continua a operare in prima linea, sostenendo Caritas Spes e Caritas Ucraina, le principali organizzazioni umanitarie presenti sul territorio. Tra le iniziative promosse, vi sono la distribuzione di beni di prima necessità, l’attivazione di cliniche mobili e servizi di supporto psicologico per chi ha vissuto traumi di guerra. Particolare attenzione è rivolta ai disabili, molti dei quali hanno riportato ferite fisiche e psicologiche a causa del conflitto.

«L’Ucraina non ha bisogno solo di ricostruire le infrastrutture, ma anche il suo tessuto sociale. E Caritas Italiana continuerà ad accompagnare questo percorso», ha concluso don Pagniello. La speranza è che questa accoglienza non sia solo un aiuto temporaneo, ma il primo passo verso un futuro di pace e riconciliazione.

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