Sono arrivati oggi a Roma 51 rifugiati siriani, tra genitori e bambini, con un volo di linea dal Libano, grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e dalla Tavola Valdese, in collaborazione con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Provenivano da Beirut, Saida e dai campi profughi nella Valle della Bekaa, dove vivevano da rifugiati dopo essere scampati alla guerra in Siria. Ne da notizia il sito vaticannews.va.
Daniela Pompei, responsabile dei servizi agli immigrati della Comunità di Sant’Egidio, ha raccontato che molti di loro sono stati costretti ad attraversare zone bombardate per arrivare all’aeroporto di Beirut. «Sono contentissimi di essere arrivati», ha detto, spiegando come abbiano dovuto fuggire da una guerra solo per trovarsi in mezzo a un altro conflitto. Oltre a questi 51 rifugiati, altri 42 siriani hanno viaggiato sullo stesso volo, in transito verso la Francia con altri voli organizzati dalla Comunità.
In Italia, alcuni rifugiati resteranno a Roma, mentre altri andranno a Reggio Calabria, Genova e Lucca. I bambini verranno iscritti a scuola, e i genitori inizieranno corsi di italiano, avviando così il processo di integrazione. Pompei ha sottolineato come i corridoi umanitari abbiano dimostrato l’efficacia di portare in sicurezza persone già inserite in programmi di accoglienza, facilitando l’integrazione. In circa un anno e mezzo, queste famiglie riescono solitamente a trovare lavoro e diventare autonome.
Una delle scene più toccanti della giornata è stato il ricongiungimento familiare di un padre, già in Italia da mesi, con sua moglie e i loro tre figli. Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, ha evidenziato come i corridoi umanitari rappresentino un’alternativa legale e sicura per combattere i trafficanti di esseri umani, definendoli «una politica umana, non un gesto caritatevole».
Dal 2016, oltre 7.700 rifugiati sono arrivati in Europa tramite questi corridoi. Nei prossimi mesi, si prevedono nuovi arrivi da Cipro, dal Corno d’Africa e, verso dicembre, anche dal Pakistan per i rifugiati afghani. Inoltre, è in preparazione un altro corridoio dalla Libia. Pompei ha concluso affermando che sono arrivo richieste anche da cittadini libanesi già residenti in Italia, desiderosi di far arrivare i loro familiari per metterli al sicuro.
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