Anche in carcere è viva la preparazione al Giubileo Con un dialogo sincero i detenuti riflettono sulla libertà interiore e sulla necessità di spezzare le catene fisiche e spirituali

Anche in carcere ci si prepara al Giubileo

La preparazione al Giubileo tra le mura di un carcere si tinge di vari colori. Al grigio della reclusione, colore dominante nel quotidiano delle persone detenute, si aggiungono lentamente e con fatica nuovi colori, come le virtù e le prospettive proposte dal Vangelo, che aiutano a dare un senso alla vita dietro le sbarre. L’espressione “Pellegrini di Speranza” risuona nel cuore dei ristretti come un balsamo che lenisce le ferite della vita e dona forza per affrontare con pazienza le tribolazioni di tutti i giorni «sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza» (Rm 5,3-4)

In dialogo verso il cammino giubilare

Nel dialogo sinodale il gruppo dei detenuti che vi partecipa ha espresso in modo eloquente l’atteggiamento giusto per vivere il cammino giubilare: «Nel Giubileo, anno di Misericordia del Signore, siamo chiamati alla libertà dalle catene del carcere e da quelle che da soli abbiamo stretto attorno ai nostri polsi: quelle della dipendenza dalle droghe, dal denaro, dal sesso ma anche e soprattutto le catene della superbia che ci conduce lontano dagli altri e lontano da Dio. Per essere davvero liberi dobbiamo nutrirci di verità, accettarci per quello che siamo. Solo chi ama sa trarre vantaggio dal carcere, dalla sofferenza, dalla malattia e fare della propria vita una meravigliosa storia da raccontare».

L’invito del Papa

Nell’anno giubilare il Papa invita tutti i cristiani a mettersi in cammino lungo le strade del mondo verso i luoghi sacri della nostra fede. «Noi che siamo reclusi e vediamo il mondo dalle grate, possiamo aderire all’invito percorrendo i sentieri tortuosi del nostro cuore, in un’ascesa ideale che ci riconduce verso quelle sommità delle quali eravamo discesi, sicuri di percorrere la strada giusta. Nel nostro pellegrinaggio interiore, ritroveremo forse quel bambino che un tempo siamo stati: semplice, sincero, gioioso e pieno di speranza».

Dal numero di Kalaritana Avvenire di domenica 22 dicembre 2024

D.Gabriele Iiriti

Cappellano Casa Circondariale Cagliari – Uta

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