“Crediamo che sia possibile immaginare e scrivere un nuovo capitolo nella storia delle nostre relazioni, una cooperazione tra pari, lontana da ogni predazione o carità verso l’Africa”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni presentava, a gennaio scorso, il Piano Mattei per l’Africa, progetto strategico di diplomazia, cooperazione e investimenti tra il governo di Roma e il continente africano. A quasi un anno dall’incontro in Parlamento che sembrava sancire l’inizio di un nuovo percorso, sono diversi i tratti della strategia ancora da approfondire. Il tema sarà al centro del convegno “Il Piano Mattei”, in programma a Cagliari, nell’Aula CM10 dell’edificio universitario di via San Giorgio, giovedì 5 dicembre a partire dalle 17.
Obiettivi
“Si cercherà proprio di capire in cosa consiste il Piano Mattei – spiega il professore di Storia e Istituzioni dell’Africa dell’Università di Cagliari Nicola Melis ai microfoni di Radio Kalaritana – che è stato annunciato dal governo italiano a gennaio in grande stile come un nuovo approccio che permetterà all’Italia di attuare una modalità di cooperazione con i Paesi africani su un piano paritario, sostenibile e lontano da logiche di sfruttamento, dunque lontano dal passato coloniale che è anche stato italiano. Le persone coinvolte ci aiuteranno a capire cosa accadeva prima e cosa sta accadendo oggi.”
Modalità
La problematica principale resta quella delle modalità di coinvolgimento dei diversi Stati africani scelti da Roma. Una situazione sottolineata già durante il lancio dell’iniziativa dal presidente dell’Unione Africana Moussa Faki.
“Si propone qualcosa che vuole rompere con il complesso di superiorità europeo precedente e si attua una modalità da complesso di superiorità – afferma il professor Melis – In realtà le cose stanno andando avanti lentamente. Con noi ci sarà anche Arturo Scotto, deputato con esperienza nei temi della cooperazione internazionale, con cui cercheremo di capire cosa bolle in pentola a livello parlamentare ed esecutivo. Confidiamo in questo apporto perché a oggi, anche guardando il sito del progetto, qualcosa è stato fatto, però non c’è ancora la giusta chiarezza. Le esperte di cooperazione presenti ci aiuteranno altrettanto”.
Al tavolo, coordinato da Annalisa Addis del Centro di Studi Africani in Sardegna, oltre all’onorevole Scotto, siederanno infatti Maria Cristina Zuddas, esperta di cooperazione internazionale, e Roberta Pegoraro, rappresentante per il Mozambico di CIES Onlus. A dare inizio ai lavori, aperti al pubblico, saranno però i saluti della professoressa Bianca Maria Carcangiu, fondatrice del Centro di Studi Africani in Sardegna. “Ormai da diversi anni lavoriamo come CSAS – conclude Melis – ricorrerà a breve il decennale dell’iniziativa. Nonostante alcuni momenti di stallo, c’è sempre grande voglia di affermarsi come uno dei punti di riferimento sui rapporti tra Sardegna e Africa, cercando anche di liberarsi da una dimensione solamente accademica”.
Matteo Cardia
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